sabato 31 maggio 2008

Il Sole dentro

C'è un detto "Se conosci il mondo conosci l'uomo e se conosci l'uomo conosci il mondo"

Mi è capitato negli ultimi giorni di trovare dei testi che, in virtù di questo principio, paragonano lo studio dell'uomo allo studio della fisica.
Il paragone tra le stagioni e le età dell'uomo è forse l'esempio più semplice e più usato, ma ce ne sono altri molto interessanti che, a voler ben guardare, gettano una luce nuova su alcune caratteristiche dell'essere umano.

Per esempio...

Il pensiero, immateriale e mutevole, può essere paragonato al vento.
Le emozioni sono più dense, più legate al corpo, in particolare al cuore e quindi al sangue, un liquido che attraversa il nostro corpo in andata e in ritorno...potrebbero essere paragonate alle onde del mare.

Se il vento si alza, le onde si ingrossano...il mare è agitato
Se un pensiero preoccupato persiste, si collega ad un'emozione negativa (ansia) e si propaga, cresce... divento agitato (e anche il mio corpo ne subisce gli effetti).

Un mare agitato è un mare impenetrabile, che nasconde i suoi tesori.

Proviamo invece a calmare il vento: cosa potrebbe accadere?

Le onde superficiali si calmano, riesco a vedere oltre la superficie dell'acqua. E vado più in fondo.

Sento che in fondo al mare ci sono correnti profonde che non sospettavo. E vado più in fondo.

Ad un certo punto arrivo ad un punto stabile: la Terra. E vado più in fondo.

Trovo che sotto la crosta scorre il sangue caldo della Terra: il magma, l'energia che la trasforma lentamente. E vado più in fondo.

Trovo l'anima della Terra, il suo nucleo, una sfera che emana energia e tiene in vita la Terra.
E quando arrivo qui mi rendo conto che la Terra è tenuta in vita da due sfere: il Sole e il suo nucleo.

Il nucleo della Terra è a immagine e somiglianza del Sole.

Se è vero il parallelismo allora il nucleo dell'uomo è a immagine e somiglianza di Dio?

Mi lascio affascinare dalla potenza di queste immagini, ma nel frattempo mi vengono due domande che riportano all'inizio:

Cosa fa nascere il vento? Cosa lo fa cessare?
Se comprendo questo, posso raggiungere il cuore della mia vita.

Buona vita

Federico

martedì 27 maggio 2008

Il guscio dell'uovo

Mi sono reso conto che quando faccio le riunioni di lavoro sento un certo prurito dietro la schiena, come se ci fosse qualcosa che struscia...

Parlo e sento che dietro qualcosa si muove, attira la mia attenzione, faccio fatica a rimanere concentrato sul discorso...

Mi giro e la vedo: mi è cresciuta un'enorma coda di pavone!

Sono arrivato alla riunione col pensiero di fare colpo, di mostrare che sono bravo. Non sono preparato al 100% così cerco di evitare gli argomenti scottanti e provo a distrarre l'attenzione con altro...la coda del pavone.
Il bello è che gli altri non la vedono nemmeno, a mala pena vedono me, tutti presi nei loro pensieri.
Io invece mi perdo nei colori della coda e così perdo l'essenza di ciò che era utile dire in quella riunione.

Alla fine ce ne andiamo, come spesso succede, tutti un po' delusi...con la sensazione che sarebbe potuta andare meglio, che forse abbiamo perso qualche cosa.

Eppure anche l'esteriorità è importante: cosa sarebbe un uovo senza il guscio?

Rendiamo il nostro guscio più leggero e il pulcino che stiamo covando riuscirà ad uscire : )

Buona vita

Federico

venerdì 23 maggio 2008

Perde chi perdona?

Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette. Matteo 18, 21-22
Quando ero piccolo, e andavo a catechismo, mi ricordo che il prete insisteva molto sul perdono "quando qualcuno vi fa uno sgarbo bisogna perdonare" diceva. Al tempo l'ho capita così "non bisogna ribellarsi, stai calmo che va tutto bene". Perdoni a manetta, senza limiti.
Ho imparato bene sapete? Quando qualcuno mi faceva uno sgarbo lo perdonavo...
nel senso che stavo zitto. Fuori.
Ma dentro?
Dentro c'è un vulcano di insulti, di rancore, di pensieri continui... "perdono si, ma non dimentico".
Diventato grandicello ho smesso di frequentare il catechismo e i preti in genere, pensando che erano tutte parole vuote, e ho iniziato a ricercare i fatti, quelli che cambiano la vita.
Adesso, dopo anni, riprendendo in mano quel brano di vangelo ho scoperto che c'era una seconda parte ben più interessante: la parabola del servo disonesto. E ho scoperto che lì si spiegava come trasformare la parole in fatti: comprensione.
Il perdono è reale se c'è la comprensione. E comprensione vuol dire portare dentro di me quello che vedo fuori, rapportarlo con ciò che sono. Per far questo occorre che riesca a vedere me stesso onestamente, senza finzioni.
E allora se il mio collega Marco stamattina mi ha detto una bugia evidente per giustificare un errore, perchè devo incazzarmi?
Quante bugie ho detto nella mia vita? Se mi fa incazzare vuol dire che rispecchia qualcosa che ho dentro anch'io.
Comprendere mi permette di vedere me stesso nell'altro e allora il perdono non è più la falsa dimostrazione di buon cuore, ma diventa uno strumento di crescita per me e per l'altro.
Buona vita
Federico

mercoledì 21 maggio 2008

Il mattino ha l'oro in bocca

La brezza dell'alba ha segreti da dirti.
Non tornare a dormire.
Devi chiedere quello che davvero vuoi.
Non tornare a dormire.
C'e' gente che va avanti e indietro
attraverso le porte dove i due mondi si toccano.
La porta e' tonda e aperta.
Non tornare a dormire.

Jalal-ud-Din Rumi

(maestro e poeta sufi)


Questa bella poesia mi ricorda la magia del mattino, il momento in cui i primi pensieri si stropicciano nella mente assonnata e la quotidiana lotta interiore ha inizio: tra il sonno e lo sforzo, tra l'abitudine e l'opportunità, tra la morte e la vita.

In alcuni momenti mi rendo conto di una cosa.
Il primo ostacolo ha in sé anche la forza necessaria per superarlo.

Il mattino ha l'oro in bocca... : )

Buon risveglio

Federico

lunedì 19 maggio 2008

Nel buio degli ingranaggi...d'un tratto una luce

"Stasera ho un appuntamento importante. E' meglio se parto alle cinque e mezza per arrivare in tempo a Milano: Vale ha il saggio di canto alle sette ed è la quarta a cantare".

Dico dentro di me mentre sono in ufficio.
Sembrerà strano, ma mi è difficile uscire dall'ufficio...e iniziano ad intrufolarsi alcuni pensieri del tutto speciali, chiamiamole "giustificazioni interiori". Come queste...

17:30 "adesso mando l'ultima mail e poi vado, è giusto finire prima di andare";

17:35 "mi sono accorto che c'è anche il verbale da finire e spedire, cosa faccio? Se non lo mando stasera sono in ritardo...lo avevo promesso, che figura ci faccio"

17:45 "accidenti è tardi...però se corro un po' riesco ad arrivare in tempo...e poi alle cinque e mezza era troppo presto, se parto alle sei arrivo giusto giusto."

17:55 "mi sa che trovo coda perchè sta piovendo...ma no, chi l'ha detto, ci sarà il solito traffico"

18:00 "non arriverò mai in orario! però tanto non iniziano mai in orario..."

18:10 "Porc! Lo sapevo che avrei trovato coda! Perchè non sono partito prima!?! Comunque se Vale si fa spostare e cambia ordine alla scaletta dovrei arrivare in tempo per ascoltarla."

19:45 arrivo di corsa nella sala. sento applaudire. Ha appena finito....

Le giustificazioni interiori sono gli ostacoli che mi impediscono di essere come vorrei. Ci tengo a sentir cantare Vale, il mio cuore mi spinge verso questo... ma la mente preferisce rimanere nel comodo binario del tran tran quotidiano: uscire dall'ufficio per andare da lei rappresenta uno sforzo.

Di fronte al contrasto la giustificazione scatta meccanicamente e funge da ammortizzatore: una delle sue parole d'ordine è il "però". "dovrei andare adesso per arrivare in orario, però..." "sarebbe utile alzarsi dal letto presto, però..." "adesso dovrei studiare, però..."
Il "però"smorza la contraddizione, rende tutto apparentemente coerente, ma in realtà nasconde le mie profonde motivazioni, aprendo la porta alle parti peggiori di me: pigrizia, egoismo, paura, preoccupazione, ecc
E così se avevo deciso che la mia giornata sarebbe andata in un modo...alla fine mi ritrovo da un'altra parte. E' un meccanismo automatico che mi riporta sempre sui consueti binari.

Se porto più luce nei miei meccanismi mentali, posso vedere le mie giustificazioni e cercare di bloccarle. Questo mi permette di vedere le contraddizioni che stanno dietro e in me si può produrre uno stato del tutto nuovo in cui posso decidere che direzione dare alla mia giornata.

Portare attenzione e osservare... la vita ci può riservare delle sorprese : )

Buona vita

Federico

giovedì 15 maggio 2008

Il binario morto

"Tu prendi un anziano che sa ancora camminare, uno di quelli in gamba e con la testa a posto..." Emilio parla, mentre pulisce la macchina del caffè "entra qui in casa di riposo e subito lo inseriscono nello schema: alle sette ci si alza, alle otto colazione, alle undici pranzo, poi di nuovo a letto, alle cinque cena, alle sette tutti a letto." scandisce le frasi con la mano "ti pare normale? Poi ci credo che la gente va fuori di testa!"

Emilio ne ha vista di gente entrare qua dentro. Personalità eccezionali, dice, ma che sono state sfiorite dalla "troppa cura" del sistema.

"sai qual'è la loro parola chiave? Efficienza. Come una catena di montaggio."

La nostra mente ragiona allo stesso modo: percorsi fissi e uguali una volta per tutte.
Ve ne siete mai accorti?

Inizio a fare un lavoro in un modo e ci faccio l'abitudine. Se le condizioni cambiano...tendo a farlo nello stesso modo. C'è una forza di inierzia nell'abitudine che rende difficile cambiare, è come deragliare un treno in corsa.

Eppure la realtà è sempre in mutamento, le condizioni cambiano di continuo: l'efficienza è adattarsi al cambiamento, per guidarlo.
La mente invece mi racconta che è più efficiente seguire i binari, perchè così risparmio "energia mentale".

Se seguo i binari però so già dove mi portano.
Meglio deragliare e correre liberi per i campi! : )

Buona vita

Federico

martedì 13 maggio 2008

la giostra dei buoni propositi

Ieri sera ho visto il codice Da Vinci. Interessante, sapete?

Mi ha fatto riflettere con attenzione su un aspetto: l'insegnamento di Gesù Cristo ha subito nel corso dei secoli continue deviazioni. Dalla predicazione dell'amore alle crociate, da San Francesco alla lotta alle streghe...fino a Papa Ratzinger...

Nonostante la forza con cui questo insegnamento è entrato nella storia, l'impatto con i meccanismi quotidiani delle persone che ne sono venute a conoscenza lo ha smorzato, annacquato, adattato e in alcuni casi snaturato.

Così nel grande, così nel piccolo.

Se osservo la mia vita, vedo che, di solito, la forza con cui mi dò un proposito positivo per la mia vita fa un percorso prestabilito, come se fosse una giostra:
all'inizio vado bello motivato verso l'obiettivo,
poi diventa un impegno pesante da portare avanti e rallento,
poi riparte ancora ma con un po' di modifiche all'obiettivo (mi concedo delle deroghe)
alla fine crollo sotto il peso della non-voglia e, a volte, mi ritrovo dalla parte opposta...
senza esserne cosciente...

Capita anche a voi?

Buona vita

Federico

domenica 11 maggio 2008

"Dipende, da che dipende?"

Fino a qualche anno fa, sentivo che nella mia vita c'era qualcosa che non tornava, come quella volta che mia zia fece il sugo di pomodoro con lo zucchero al posto del sale.
Mi sembrava che sfuggisse non solo il senso, ma anche il gusto della vita...

Poi, a furia di cercare, mi sono imbattuto in queste strane e interessanti constatazioni:
a) la vita scorre quotidianamente tra il sonno (circa un terzo della vita) e la veglia;
b) lo stato di veglia è comunemente ritenuto uno stato cosciente, in realtà la mente è così presa nei propri pensieri che fatica a riconoscere ciò che è, da ciò che pensa che sia;
c) tale stato semi-cosciente presuppone che esista uno stato più pienamente cosciente, in cui la mente percepisce la realtà per come è, senza interferenze;

Passo per piazza Duomo e casualmente inciampo.
Vedo due persone che stanno ridacchiando e mi guardano, inizio a pensare che stanno ridendo di me, divento insofferente, ogni risata che sento, ogni sguardo allegro penso che sia un presa in giro nei miei confronti...la giornata farà schifo....

Passo per piazza Duomo e casualmente mi arriva un bel messaggio sul cell.
Vedo due persone che stanno ridendo e sono contento, penso che la mia gioia la vedono anche gli altri, forse addirittura la trasmetto io a loro, ogni risata che sento mi carica sempre più..."la vita è bella in fondo!" mi dico e la giornata sarà luminosa....

Io sono sempre al centro dei miei pensieri...ma sono anche al centro della mia vita? Riesco a dirigerla dove voglio?

"Dipende, da che dipende?...da che punto guardi il mondo tutto dipende" diceva la canzone

Buona vita

Federico