giovedì 24 dicembre 2009

L'umiltà del ramo

A pranzo, mentre mangio la focaccia cipollata di Giacomo,
c'è Vince che si diverte a leggere i proverbi dal calendario di Frate Indovino.
Uno mi colpisce.

"il ramo carico di frutti,
s'inchina a tutti"

Mi manca un po' questa propensione del mettermi al servizio,
e quando la manifesto va spesso a braccetto con la sindrome della bocca larga.

Oggi ho fatto una cosa positiva e non so più a quanti, in modo palese o nascosto, l'ho raccontata.
Mentre parlavo sentivo che piano scendeva l'importanza del gesto:
si sminuiva, di fronte alla voracità della falsa personalità,
che si nutre di attenzione.

E' come stormo di uccelli,
che becchettano i frutti,
fino a rovinarli e farli cadere.

E il ramo, alleggerito dal peso,
si rialza superbo e sterile.

domenica 20 dicembre 2009

La forchetta di due metri

Un tale muore e gli viene data la possibilità di scegliere tra l'inferno e il paradiso.

"va bene, ma prima vorrei vedere di che si tratta"

Arrivato all'inferno entra in una stanzona sfarzosa,
con tavolate ricolme di ogni ben di Dio,
intorno ai tavoli però vede solo persone emaciate e lamentose.

Arrivato in paradiso: stessa scena.
Una stanzona sfarzosa con tavole piene di cibo,
solo che la gente si mostra in salute e allegra.

"scusate, ma prima di scegliere vorrei capire una cosa: perchè le anime sono così diverse se le condizioni che trovano sono le stesse?"

"perchè c'è un particolare che non hai notato, una condizione obbligatoria: per nutrirsi devono usare unicamente delle forchette....lunghe due metri."

"continuo a non capire..."

"all'inferno cercano inutilmente di mangiare ognun con la propria forchetta, ma le braccia sono più corte e i cibi continuano a cadere prima di raggiungere la bocca."

"e in paradiso invece?"

"hanno imparato ad imboccarsi a vicenda"

venerdì 18 dicembre 2009

Duomo, fermata Duomo

Voce metallica.
Metropolitana milanese.

Sguardi pensierosi e cupi,
schivi e fuggitivi,
sfacciati,
ridacchianti,
sdegnosi...

Mi viene in mente Vale
"invece di criticare, prova ad amare le persone che incontri"

Ci provo...
Cacchio è difficile...
GHHHHH
ecco... ecco...un pensiero positivo...
sento che sta arrivando...
"ma che scarpe ha quello lì!"
NU!

Ok, ci riprovo.
Stavolta provo a rilassarmi.
I pensieri critici arrivano a frotte, ma li lascio andare.
E dietro si apre uno spazio, a pensieri insoliti.

Quell'uomo così corrucciato sembra un buon padre di famiglia.
Il ragazzo sfacciato ha lasciato il suo posto ad una signora anziana.
La signora sdegnosa ha in mano dei regali per i nipotini.

Rilassamento attivo?
Sarà, ma mi sento meglio.
Magari ho cambiato faccia anch'io : )

domenica 13 dicembre 2009

Con gli occhi in mano

Luci che si spengono all'improvviso,
una campanella che risuona in lontananza,
poi sempre più vicina alle finestre,
ricolme di trepidanti attese...

Anche quest'anno la magia di S. Lucia è stata ricreata.
Un dono ai nostri bimbi,
quasi un ringraziamento a chi lo ha fatto per noi
quando quegli occhi eccitati erano i nostri.

La bocca contornata di cioccolata calda,
Anita mi guarda sorridente
"io l'ho sentita arrivare in questi giorni!
ho sentito la campanella!"
Beata gioia.

Per un attimo mi balena un dubbio:
è giusto creare l'ennesima illusione?

lunedì 7 dicembre 2009

Gruppo di continuità

Cibo benedetto, cena benedetta.

Radunati - stretti stretti - in una stanza,
calore umano, sorrisi e risate,
stasera abbiamo parlato tanto
e di faccende importanti.

Ne abbiamo parlato bene,
abbiamo "ben-detto" le scelte di questo momento,
di conseguenza abbiamo dato loro energia,
per gli sviluppi futuri.

Lo stare insieme così,
aperti, franchi, benevoli,
è come essere un accumulatore di energia
che sostiene gli sforzi di ciascuno:
quando qualcuno va in black-out o
quando lo sforzo sembra superiore alle possibilità,
allora interviene il gruppo.

Un elettricista lo chiamerebbe "gruppo di continuità"
e il nome non potrebbe essere più azzeccato...

Ti ringrazio Padre per tutti i fratelli e le sorelle
che mi hanno accompagnato e mi accompagneranno
su questa Terra.

sabato 5 dicembre 2009

Il fuoco enciclopedico

Il maestro ricevette la visita di un professore universitario che era andato da lui per interrogarlo sullo Zen.

Il maestro servì il tè.
Colmò la tazza del suo ospite,
e poi continuò a versare.
Il professore guardò traboccare il tè, poi non riuscì più a contenersi.
"E' ricolma. Non ce ne entra più!"


"Come questa tazza" disse il maestro
"tu sei ricolmo delle tue opinioni e congetture.
Come posso spiegarti lo Zen, se prima non vuoti la tua tazza".






Una delle qualità del mio amico Vince è che riesce con poche parole ad inquadrare una situazione.
C'è stato un periodo in cui mi chiama " 'o professò".
E rileggendo questa storiella zen mi ritrovo molto nella parte...

Mi accorgo che chi più SA
fa più fatica ad ESSERE.

Sono cresciuto con la convinzione che la cultura potesse farmi essere migliore.
Migliore degli altri, ovviamente.
La mia scuola di vita è stata l'enciclopedia.
Ma non mi ha mai aiutato a portare a termie i miei fantastici progetti.

Trasformare il sapere in essere è un'operazione alchemica:
ci vuole fuoco e perseveranza.

Per il fuoco posso iniziare bruciando l'enciclopedia, no?

Vita da cani

Sapete, nel luogo dove vivo c'è un cane.
Ce ne sono più di uno, a dire il vero, ma questo è particolare.
Si chiama Scianti (anche se non so come si scrive).

Scianti va pazza per i palloni,
tanto che quando giochiamo a calcio
siamo costretti a rinchiuderla negli spogliatoi...

Ad una prima occhiata sembra un cane completamente stupido.
La potete vedere in giardino,
acquattata in mezzo all'erba,
nascosta dietro ad una colonna del portico,
mimetizzata con un albero,
in punta ostinata fissando la palla sdrucita,
nella vana speranza che qualcuno le tiri un calcio.

Da quando ho iniziato a tirarle la palla
ho notato strane coincidenze:
sempre più spesso mi capita di trovare
il suo pallone feticcio abbandonato lungo il mio cammino.

Apro la porta di casa e me lo trovo davanti,
sto andando a prendere la macchina ed eccolo lì,
vado in cucina e me lo ritrovo di nuovo.

Anche se non la vedo,
Scianti è là da qualche parte,
nascosta nei posti più impensabili,
e pronta a scattare come una molla all'inseguimento del suo trofeo.

Prima non ci facevo caso,
ma oggi mi è sembrato evidente:
quella palla, "abbandonata" nel portico,
mi parlava, sembrava vibrare.

Era carica della vibrante attesa di Scianti,
era carica di speranza, aveva dentro di sè un progetto ben studiato.
Ore e ore di appostamenti, che si sciolgono in un balzo di gioia.

Avessi la metà di quella speranza.
La metà di quella determinazione.
La metà di quella pazienza.

Che vita.... impariamo anche dai cani : )

venerdì 4 dicembre 2009

L'inatteso potere

Scoppia il silenzio,
il suono tace
il cuore si dà pace.

Stasera ho visto il film "Una settimana da Dio".
Film spassoso, con ritmo incalzante.

C'è Jim Carrey che si lamenta di Dio:
la sua vita va a rotoli,
nonostante le sue implorazioni,
Dio non fa bene il suo lavoro.

Allora Dio lo convoca e gli cede simpaticamente il posto,
all inclusive, con una serie di poteri, tra cui il "privilegio" di ricevere tutte le preghiere di questo mondo, che riceve puntualmente via mail: milioni al giorno...

Alla fine stanco di dover rispondere una ad una,
decide di inserire un'opzione: rispondi si a tutti.
Il caos.
Le persone hanno soddisfatte le loro richieste e succedono disastri uno dopo l'altro.

"Erano così tanti, che gli ho solo dato quello che volevano."
"Già... Ma da quando in qua le persone sanno quello che vogliono?"

L'attitudine alla preghiera,
la preparazione al silenzio,
lo spazio sacro che si crea,
lasciano il terreno all'espressione di ciò che voglio.

E quel che voglio è un miracolo.
Il sovvertimento della regola, del limite.
E dietro al limite, c'è l'inatteso potere di superarlo.

"Un miracolo non è un trucchetto. Una madre sola che deve fare due lavori e che trova ancora il tempo di accompagnare il figlio a scuola di calcio, quello sì che è un vero miracolo. Un adolescente che dice di no alla droga e dice sì all'istruzione, questo è un miracolo. Le persone vogliono che faccia tutto io e non si rendono conto che sono loro ad avere il potere. Vuoi vedere un miracolo, figliolo? Sii il tuo miracolo."

mercoledì 25 novembre 2009

La piattaforma solare

continua dal post precedente

Guardando sopra il pelo della nebbia
ci si rende conto che non si è soli a camminare:
altre file di persone stanno solcando lo stesso percorso,
da punti di partenza diversi,
ma verso la stessa meta.

Le file di trampoli giungono ad una piattaforma area:
è una costruzione stabile,
che sormonta lo strato di nebbia,
fatta con il legno dei trampoli di chi è arrivato fin lì.

Mentre il Sole risplende nel cielo,
un gruppo accoglie i nuovi arrivati,
aiutandoli a salire e facendoli accomodare su ampi cuscini.

Da qua si possono vedere i voli che partono e rientrano:
macchine costruite appositamente per viaggi aerei.
Alcune, le più sofisticate, riescono a raggiungere il Sole.

I viandanti si preparano per proseguire il viaggio
ad un altro livello.

Buon percorso
a te che cerchi

domenica 22 novembre 2009

Un cielo senza nuvole

continua da post precedente...

Il percorso procede in fila indiana,
senza più torce.
Il primo della fila è quello più alto,
che riesce a svettare sopra la nebbia,
gli altri stanno "a ruota",
tenendo ben fisso lo sguardo sui trampoli di chi sta davanti.

I trampoli si estendono a diverse altezze,
chi impara a camminare ad una certa altezza
lo ricorda per tutta la vita.

Solo che a volte qualcuno scende e se la fa a piedi.
Prevale infatti il pensiero che andare sui trampoli sia faticoso e artificiale:
in realtà si deve faticare di più per stare al passo con chi ha la gamba più lunga,
e bisogna portarsi pure i trampoli sulle spalle...
In alcune situazioni di questo genere
può capitare che qualcuno mandi al diavolo trampoli e fila
e si perda di nuovo nella nebbia,
alla ricerca di una torcia.

Chi riesce ad estendere i trampoli in misura sufficiente
inizia a vedere un chiarore sopra la nebbia
un chiarore che cresce e in alcuni momenti diventa luce...
e vede qualcosa che da tempo cercava,
una sensazione familiare pervade il cuore:
un cielo senza nuvole si staglia oltre la nebbia,
rischiarato dalla luce del Sole.

Lì si vede la reale differenza tra la nebbia e l'aria tersa,
e si prova reale orrore per quella coltre grigia che ci avvolge.

To be continued...

mercoledì 18 novembre 2009

La scuola di trampoli

continua dal post precedente...
Si arriva in un posto speciale:
molti fuochi intorno,
grandi e piccoli,
fanno da corona ad un pozzo di acqua cristallina.

L'acqua del pozzo ha tanti utilizzi.
Disseta,
Pulisce,
Rispecchia.
E talvolta nasconde tesori nelle sue profondità.

Perchè tanti fuochi circondano il pozzo?
Un fuoco da solo rischia di spegnersi,
ma tanti fuochi possono tenersi accesi a vicenda.

In questo luogo apprendiamo l'arte dei tampoli,
per camminare sopra il livello della nebbia,
per poter raggiungere la luce del Sole.

Sono trampoli di diverse altezze:
più si è in alto più la caduta fa male,
ma ad ognuno vengono assegnati i trampoli secondo le proprie capacità.
La regola principale quando si cade è rialzarsi subito e riprendere.

Una palestra per trampolieri:
ognuno deve curarsi di imparare a stare in equilibrio, e per stare in equilibrio bisogna camminare (chi sta fermo sui trampoli...cade).
I trampolieri devono aiutarsi l'un l'altro, quando uno rischia d cadere gli altri devono sorreggerlo (se un trampliere cade...rischia di tirarne giù tre o quattro degli altri).
I fuochi vanno tenuti accesi, l'acqua pulita, i trampoli in ordine (se non si cura la scuola di trampoli...si perde una possibilità per molti).

Appoggiati ai lunghi sostegni di legno,
le gambe, un tutt'uno col legno,
un nuovo gruppo di trampolieri si incammina lungo il percorso,
verso la prossima meta.

To be continued...

lunedì 16 novembre 2009

Cercando il Sole

Cammino nella nebbia, senza una direzione.
Sto cercando chiarezza, sto cercando la luce del Sole.
Davanti a me il manto candido riflette luci di fuoci fauti, inconsistenti e fuorvianti.
Si spacciano per il Sole, ma svaniscono in pochi minuti, lasciandomi ancor più confuso.

D'un tratto una luce più sanguigna,
un falò acceso per la strada,
intorno, accovacciate, altre persone che ascoltano.
Il calore rinfranca i nostri cuori stanchi,
la luce dirada la nebbiolina e permette di vederci in faccia.

Si parla di come arrivare alla luce del Sole,
tracce di un percorso sulla sabbia,
la necessità di alzarsi e camminare,
seguendo quello con la torcia.

La torcia non è il Sole,
ma permette di camminare nella nebbia.
Chi ha la torcia ha già visto il Sole e sa come raggiungere la sua luce.

Il percorso è lungo:
qualcuno si perde,
ingannato da fuochi fauti,
gli altri rimangono vicini
e si aiutano a vicenda per non perdersi di nuovo.

La torcia illumina la strada,
spezzoni di vita di persone perse,
che non riconoscono la luce
neppure quando gli passa davanti al naso.
Adesso so perchè:
tengono gli occhi chiusi.

To be continued...

martedì 10 novembre 2009

Le sabbie mobili

Si dice che l'amore non è bello se non è litigarello.

Ieri ne parlavamo io e Vale, pensando alle coppie che conosciamo:
più o meno tutti litigano,
alcuni lo fanno vedere altri no,
ma soprattutto
alcuni litigano per le stesse identiche ragioni,
magari per una vita intera...

Quando io e Vale continuiamo a litigare per lo stesso motivo,
è evidente che c'è un blocco, c'è un ostacolo che va superato.
In quel caso é veramente frustrante,
perchè sembra di essere impantanati nelle sabbie mobili,
ad ogni passo si affonda.

Il pericolo è l'adattamento.
Sento che una parte di me ci starebbe bene in quella situazione,
pur di non muovere un passo,
sarebbe disposta a fare una vita di adattamento.

Se mi guardo intorno vedo spesso coppie che si adattano,
litigi che da acuti diventano cronici,
a volte anche folcloristici,
ma comunque frutto di un adattamento:
"io non voglio cambiare e neanche tu, quindi sopportiamoci".

Una volta ho letto che c'è un metodo per uscire dalle sabbie mobili:
bisogna fare dei passi indietro, come se si salisse una scala al contrario.

Cambiare vuole dire anche fare dei passi indietro,
dei passi che ci fanno uscire dall'impantanamento
e ci portano in alto.

Litigi d'amore

domenica 8 novembre 2009

Tempo di raccolto

Festa di compleanno per mia madre.
Sono in tensione per il "cosa penseranno".
Il motivo è la torta che ho fatto con Vale ieri: spero che piaccia, ma temo che verrà criticata.

Se l'avessi fatta per i miei amici non sarei così in tensione ma: mia madre, mio padre, mio fratello.
La famiglia al completo, davanti alla nostra torta. Ed è come se sentissi che è la mia vita ad essere sotto giudizio.

Mi rendo conto che la mia famiglia fa del giudizio un'abitudine quotidiana.
E' uno dei meccanismi chiave che regola la mia vita, fin da piccolo.
Quando sono con loro continuo a criticare, interiormente ed esteriormente.

La persona che critico di più? mio padre.
La persona da cui vorrei ricevere approvazione? mio padre.
La persona a cui faccio meno complimenti? vabbè l'avete già capito...

La famiglia è la culla dei meccanismi, quelli più radicati, che si stenta quasi a vederli.
Ma è anche la culla dei nostri talenti.

Grano e gramigna abbracciati insieme fin dalla nascita.
Ma quando il grano è maturo, cosa ce ne facciamo della gramigna?

La prigione del cosa penseranno

L'altro giorno ho visto un bel filmato di una conferenza e mi ha colpito una frase:
"là dov'è il nostro pensiero, è la nostra energia".

A me, questa frase, aveva colpito in relazione ad un aspetto peculiare del nostro essere umani.

Ho appreso, e ho potuto verificare nella mia vita,
che molta energia viene spesa nel sembrare più che nell'essere:
vogliamo apparire belli, intelligenti, astuti, generosi, potenti, ecc.
ognuno secondo quel che gli suggerisce la sua tipologia.

Questo perchè la nostra mente è occupata in gran parte a produrre pensieri del tipo:
"cosa penseranno di me se faccio questo?"

Dove va il pensiero, va l'energia.
Ma poichè la nostra energia quotidiana è limitata,
cosa resta per l'essere?
quale energia utilizzerò per crescere interiormente,
per attivare il benedetto processo di cristallizzazione?

Riportare l'attenzione al sè.
Per quello che è.
Adesso.

La prigione del "cosa penseranno"
è piena di finestre
ma scarsa di specchi.

sabato 7 novembre 2009

La fabbrica di cristalli

A pranzo dai miei: si parla di vaccini anti-suini e amenità farmacologiche.
Guardo mia madre, la ascolto mentre argomenta, dentro di me sento un sorriso che nasce.

Mi ricordo le sue posizioni sulla mia scelta di non prendere farmaci, che ho iniziato qualche anno fa. Era contraria, preoccupata, non si fidava della mia capacità di scelta, autonoma rispetto ad un medico.

La vedo adesso, che parla di sistema immunitario, di vaccini pericolosi, di alimentazione...
Se ripenso a me qualche anno fa, non avevo la certezza che ho adesso sul senso di questa scelta. Pur evitando medicine, avevo dubbi, paure di fare la cosa sbagliata, di uscire dallo schema generale di comportamento.

Malattia dopo malattia, è cresciuta in me la consapevolezza di cosa voglia dire "malattia" e di quanto assurdo sarebbe prendere una pillola per annullare il messaggio che la malatta porta con sè. Questa certezza ha iniziato a "cristallizzarsi", come una piccola roccia calcarea, formata con l'acqua e con il tempo.

Quello che l'insegnamento di quarta via mia aiutato a vedere è proprio questo: la mia vita è instabile, liquida: tutto accade senza la mia volontà e quindi dipende dalle influenze esterne.
Pericolo suina, terrorismo psicologico, delirio di massa... faccio il vaccino.
Ma se mi impegno nella presenza, posso creare dei piccoli spazi di costanza, di stabilità: posso cristallizzare in me una conoscenza e un comportamento coerente.

Allora, e solo allora, questo comportamento può avere un effetto reale sulla mia vita e sulla vita delle persone che mi stanno attorno.

venerdì 6 novembre 2009

Stato di necessità o necessità di stato?

Nel film di stasera, un vecchio tarmato, di quelli che sanno di caramelle alla menta,
vuole arrivare a tutti i costi in sudamerica e portare la sua casa sulle cascate paradiso.
Ha fatto una promessa alla moglie, prima che morisse.
Così riempie di palloncini areostatici la casa, che si solleva in volo, e raggiunge quasi subito le cascate.
Dopo venti minuti, il film potrebbe finire qui.
Lui si siede sul divano e sospira. Basta.
E adesso? Ora che ha raggiunto la meta?

Non vi sto a raccontar la trama, ma da qua partono una serie di avventure che lo cambieranno profondamente nell'animo e che gli permetteranno di tirar fuori energie nascoste.
E soprattutto lo porteranno da uno stato di apatica tristezza all'amore frizzante per l'avventura.

Nella vita è più interessante raggiungere lo stato che la meta.
Perchè lo stato aiuta a raggiungere la meta, ma il contrario no.

Eppure, che scemi, spesso pensiamo proprio così:
"dopo l'università inizia la vera vita"
"una volta sposato sarò felice"
"un figlio, un figlio si che mi porterà ad uno stato di grazia"
"Dopo la pensione, farò quello che mi pare e... sarò felice"

Sulla tomba scriveremo:
"Morto mentre cercava quello che già aveva"

giovedì 5 novembre 2009

Geometria del multisala

un attimo prima...
un attimo dopo...
restare è lo scopo.

Stasera nel salone si è parlato di leggi geometriche,
una geometria dell'anima, affascinante e utile.

Mentre vivo la mia giornata sono spesso fuori dal momento presente.
O sto immaginando cosa farò un attimo dopo, domani, tra un anno...
o, al contrario, sto ricordando qualcosa, di recente o di lontano.

Così mi capita che la mente si "incagli" in un pensiero
e ci rimanga per minuti...a volte ore.
E più si incaglia, più i miei sensi si affievoliscono,
diventano opachi, ovattati.
La mente si richiude in se stessa,
tenendo fuori la vita reale,
che continua a fluire con la sua straordinaria bellezza,
ma senza di me.

A volte vedo persone così assorte nei loro film,
che potrei sfilargli i pantaloni e neanche se ne accorgerebbero.
La metropolitana milanese ne fornisce una vasta gamma:
un'intera sfilza di multisala su due gambe,
dalle cui facce, a volte, si percepisce il tipo di film...
storia d'amore, horror, melanconico, comico, porno, intellettuale, poetico, ecc.

Vite inventate o storie passate,
scene negative o realtà edulcorate...
è meglio se restate.

martedì 3 novembre 2009

L'assenza di ali

Il video del post di ieri, quello sul piccolo Kiwi, l'ho trovato tempo fa sul web.
Non l'avevo capito subito.
Ma alla seconda visione mi ha commosso.

Il kiwi.
Un piccolo volatile che non vola.
Una contraddizione in termini.
Un buffo scherzo di natura.
Eppure ha un sogno da realizzare.
Vuole essere uccello che si libra tra gli alberi.

Spinto dallo scopo,
per una vita intera
solleva alberi dieci volte più grandi,
li inchioda uno ad uno al dirupo, poi
si prepara al suo primo e ultimo volo.

Inseguire un sogno per riuscire a realizzarlo
è quotidiana sfida
è memoria costante dello scopo.

Dopo il primo, faticoso, albero
mi sarei rassegnato ad essere solo un Kiwi,
giustificandomi con la mia assenza di ali.

Grazie Kiwi!

Questione di illusione?

KIWI

mercoledì 7 ottobre 2009

Il romanzo della vita

Cerchio di persone sedute sul tappeto grande,
incensi profumano l'aria di altre atmosfere,
ognuno prende la parola,
come se fossimo una tribù Navajo.

Corpi rilassati, cuori aperti e menti limpide.

In quel clima di saggezza, Enrico prende la parola:
"un giorno ho sentito dire che la vita senza uno scopo è come un uomo che cammina senza saper dove andare...tanto vale non camminare. Conquistarsi un orizzonte è la via per onorare la vita che ci scorre nelle vene."

Sembra un pensiero banale, quasi scontato.
Molti pensano di avere uno scopo nella vita. Anche io.
Nella realtà dei fatti, in quei rari e preziosi momenti in cui faccio i conti con la vita,
mi rendo conto che l'orizzonte è sfumato, la nebbia blocca la visuale.
In molte occasioni riesco a vedere solo dove metto i piedi.

Il pensiero affascinante è che ognuno, in questo viaggio terreno, ha il suo orizzonte da conquistare:
ognuno ha un bagaglio di talenti, di aspirazioni e di ostacoli interiori che lo portano verso un preciso scopo.
Come un romanzo già scritto che si svela a chi lo sa decifrare.

Un romanzo in cui noi,
da lettori inconsapevoli,
possiamo diventare protagonisti.

martedì 6 ottobre 2009

Memory alternativo

Martino è nel letto, imbacuccato nelle lenzuola rosse.
Mi guarda mentre gli accarezzo la fronte piena di riccioli.
Abbiamo appena finito di giocare con le carte di memory: io volevo giocare come si fa di solito (carte coperte, trova le coppie), ma lui niente: si è inventato due modi diversi per giocarci. Gli ho dato corda, non volevo litigare.

"Io ieri sono andato al parco della Preistoria...tu cosa hai fatto?"
"Ero al lavoro..." e mi fermo li, perchè penso che sia difficile da spiegare.

"Lavoravi col computer?"
"Si" cosa gli dico...dei fogli excel, delle slides che ho preparato...mah

"E cosa hai scoperto?"
"..."

"Cos'hai scoperto col computer?" insiste
"..."

Come faccio a spiegare a mio nipote di 5 anni che in realtà non scopro niente?
Che il mio lavoro, per il 95%, è una ripetizione di gesti, di frasi fatte, di relazioni superficiali...
In sostanza una ripetizione di percorsi mentali prestabiliti.
Azione - reazione.
Imparati con l'esperienza.

Poi penso al memory di prima.
Come i bambini...occorre pensare come i bambini.
Con la mente libera e aperta.

"Buonanotte Marti, ci vediamo settimana prossima"
Si sa mai che imparo qualcosa di più...

Le génie, c'est l'enfance retrouvée à volonté
C. Baudelaire

martedì 22 settembre 2009

Il muscolo

Durante la danza,
Shurta ci esorta
a dare costanza:
s'apre una porta.

Tra i preziosi insegnamenti che ci ha donato ieri Shurta, nel corso del seminario di danze sacre, due messaggi brillavano tra tutti: cercate di migliorare costantemente, in ogni occasione, date il meglio di voi, ma senza essere troppo rigidi con voi stessi, ricordate di volervi bene.
E per far questo occorre che vi ricordiate di voi stessi, sempre e dovunque. Altrimenti rimanete preda dei vostri meccanismi, del sonno e della pigrizia...
Ricordate che esistete, ricordate il dono fantastico che è la vostra vita e il motivo per cui siete su questa Terra: crescere, evolvere.
Per ricordarsi di sè è necessario sviluppare un muscolo.
Il muscolo dell'attenzione.
Un'attenzione molto particolare, che si divide tra noi stessi e il mondo che ci circonda.
Normalmente siamo attenti a ciò che accade intorno o, molto spesso, siamo presi nei nostri pensieri. Questo ci identifica con ciò che guardiamo, con ciò che pensiamo.
Non siamo noi stessi, ma siamo i pensieri che pensiamo, la televisione che guardiamo, i discorsi che facciamo...
Altra percezione è essere nel mondo essendo in noi stessi.
Percepire il fuori e il dentro.
Contemporaneamente.
Questo stato apre la porta ad un'altra dimenione del vivere.
Grazie Shurta per avercelo ricordato : )

domenica 20 settembre 2009

Aspettando Mabon

"Oggi ho fatto il cambio di stagione… nell’armadio, nella vita!
Come un vestito troppo stretto ho buttato via la me stessa bambina. Ho riempito scatoloni di lacrime e fallimenti. Ho ripulito i miei cassetti pieni di sogni irrealizzati.
L’odore del passato era duro ad andar via, mi confondeva i sensi tanto da non permettermi di immaginare ciò che avrei potuto essere, mi è entrato nel sangue a ricordarmi ciò che ero, che poi è ciò che sono.
Ho fatto spazio nel mio cuore e in modo simbolico ho voluto tagliare quel laccio di emozioni che mi legava ad oggetti, orsacchiotti, quaderni di scuola come un cordone ombelicale.
Per poter vedere all’orizzonte opportunità, progetti, cambiamenti ho dovuto gettare ogni cosa nel cestino del passato e l’ho fatto con rancore, rabbia mista a delusione e rimpianto… tanta era la determinazione che non riuscivo neanche a piangere!
Io che conservo ogni ricordo sottoforma di oggetto materiale sperando nel ritrovarlo un giorno di associarlo a sensazioni, momenti…
Io che accumulo attimi su ricordi, persone ed emozioni sotto una coltre di polvere fatta dai giorni che scorrono veloci, dalla vita che prosegue imperterrita senza lasciarti il tempo di assimilare suoni, profumi, visioni…
Io che non ho mai messo in ordine i pensieri nella mia mente, io che non amo fare le pulizie di casa così come nella vita non divido il bene dal male e ciò che si dovrebbe fare da ciò che faccio…
Io, oggi, ho fatto il cambio di stagione!"

Navigando in rete ho trovato questo bel racconto di Romina che mi ricorda un buon atteggiamento da tenere col passato.

Da tempo tengo in casa una cassetta piena di ricordi: lettere, oggettini, biglietti di auguri, racconti...
La tengo per trattenere immagini edificanti di me, quasi a comporre un puzzle immaginario con la mia faccia in bella mostra.
Mi sono reso conto che quella cassetta, in realtà, serve a rassicurami sul fatto che esisto, che ho avuto delle relazioni, che ho lasciato una traccia in questo passaggio terreno.
La mia paura nascosta è non lasciar traccia...

Il risultato di questo lavorio di accumulazione è che la cassetta prende polvere in una casa che prende polvere: ristagno al quadrato.
E il ricordo di ieri toglie il respiro all'essere di oggi.

Martedì 22 alle ore 21:18 cade l'equinozio d'autunno.
In questo periodo i Celti festeggiavano Mabon, rigraziando per l'abbondanza dell'estate e preparandosi a decidere cosa estirpare e cosa coltivare per il buio inverno.

Buon cambio di stagione!

sabato 19 settembre 2009

La vita, vista dall'alto, è più piccina

"Spesso, per divertirsi, gli uomini d'equipaggio
Catturano degli albatri, grandi uccelli dei mari,
Che seguono, indolenti compagni di viaggio,
Il vascello che va sopra gli abissi amari.

E li hanno appena posti sul ponte della nave
Che, inetti e vergognosi, questi re dell'azzurro
Pietosamente calano le grandi ali bianche,
Come dei remi inerti, accanto ai loro fianchi.
Com'è goffo e maldestro, l'alato viaggiatore!

Lui, prima così bello, com'è comico e brutto!
Qualcuno, con la pipa, gli solletica il becco,
L'altro, arrancando, mima l'infermo che volava!
Il Poeta assomiglia al principe dei nembi
Che abita la tempesta e ride dell'arciere;
Ma esule sulla terra, al centro degli scherni,
Per le ali di gigante non riesce a camminare."

Grazie a Baudelaire per questa metafora.
Rispecchia lucidamente quello che sto vivendo.

venerdì 18 settembre 2009

dove l'acqua è profonda, limpida e quieta

Stasera, dopo tanto tempo,
mi sono seduto alla tenue luce della candela
e ho chiesto un'indicazione.

"se mi cerchi,
ti farò da guida"

Nel turbinio di pensieri e cose "da fare",
per giorni e giorni,
ho mollato il timone,
la nave ha seguito le correnti accidentali
e si è incagliata di nuovo sul fondo sabbioso delle acque torbide.

E' in queste occasioni che la tempesta diventa amica dei marinai:
la tempesta sbroglia dall'impiccio,
gonfia le vele,
scuote le travi ammuffite.

E ora, su questa nave in mezzo al mare tempestoso,
mi ricordo.
Ricordo che da qualche parte, sotto coperta,
c'è un capitano che sa perfettamente la rotta
per tornare dove l'acqua è profonda, limpida e quieta.

sabato 15 agosto 2009

L'ingegnere della NASA

Selinunte, Sicilia.
Pranziamo con cous cous di pesce
mentre si staglia nel sole
ciò che resta di un tempio greco.
Una riflessione al tavolo di fianco colpisce la mia attenzione:
"Si racconta che la NASA, alle prese col problema di scrivere nello spazio in assenza di peso, abbia speso milioni di dollari per realizzare una biro col serbatoio d'inchiostro pressurizzato. Senza la pressurizzazione e senza la gravità a farlo scendere, infatti, l'inchiostro non scorreva verso la punta e quindi la biro non scriveva.
Gli ingegneri sovietici, dovendo risolvere lo stesso problema, usarono la loro proverbiale semplicità.
Diedero ai cosmonauti una matita
."
Ho poi scoperto che l'aneddoto è una bufala, ma è comunque significativo.
Mi ricorda che spesso affronto i problemi che la vita mi porge
con la stessa insensata e complicata caparbietà di un ingegnere della NASA.

martedì 4 agosto 2009

Formiche rosse & co.

Mentre con foga strappo erbacce e rivolto mattoni ormai interrati,
in quell'angolo dell'orto che ci eravamo dimenticati,
succede l'inevitabile.

Nell'ombra, con i mesi, direi con gli anni,
si erano rintanati centinaia di insetti più vari.
Alcuni brutti ma innocui, come i millepiedi,
altri infingardi e aggressivi, come le formiche rosse.
Taluni addirittura non riesco neanche a vederli...
ne colgo solo le punture a tradimento.

Ad ogni mattone sollevato la luce penetra dove per anni era il buio.
Immaginate la reazione dei suddetti...

Più mi affanno a togliere ostacoli alla luce,
sgombrando barriere fossilizzate,
più le creature dell'ombra mi attaccano,
posso quasi sentirne le urla incarognite:
"lasciaci stare nell'ombra!
chi te lo fa fare di sopportare questa sofferenza
di punture e morsi? Molla il colpo"

Vado avanti.
Ho bisogno di guadagnare terreno su cui coltivare.

martedì 28 luglio 2009

Il giorno del giudizio

Il famoso monito "sii giudizioso, figlio mio"
forse mi ha influenzato troppo.

In questo primo giorno di ritiro con i miei compagni di viaggio,
utilizzando alcuni strumenti molto appropriati per l'osservazione interiore
ho scoperto ch sono un giudicone fatto e finito.

Devo ammetterlo:
se qualche anno fa pensavo di essere l'emissario di Dio in terra
candido candido senza giudizio alcuno
in effetti ultimamente mi ero accorto
- grazie agli strumenti di cui sopra -
che "ogni tanto" sparavo qualche giudizio...

E invece, andando un po' più in profondità,
mi accorgo che i giudizi sono a raffiche di mitra.
RATARATARATARATARA

Stasera abbiamo condiviso riflessioni molto importanti sul giudizio
una delle più simpatiche è che il giudizio,
anche se pressochè inutile ad una vita cosciente,
una piccola utilità ce l'ha:
mi aiuta a vedere negli altri ciò che non mi piace di me.

La famosa trave nell'occhio...
quando nell'altro vedo anche solo una pagliuzza...

Benedetto giudizio!

venerdì 24 luglio 2009

L'ospite inatteso e la beata fatalità

Proseguendo sull'episodio della macchina del post di ieri l'altro,
mi sono ricordato di un particolare ancora più assurdo.

Avendo l'auto nel garage,
ferma perchè non volevo usarla
e perchè non avevo rinnovato l'assicurazione,
guidavo la macchina di madre.

prima una volta, poi due...poi la usai ininterrottamente per qualche mese...

Quando dovevo parcheggiarla a casa,
avendo il garage bloccato dall'altra,
ero "costretto" a parcheggiarla fuori,
in strada, vicino a un fosso.
(in realtà avrei potuto parcheggiarla dentro al cortile...
ma vuoi mettere, dover aprire il cancello, richiuderlo...
quanta vita sprecata)

Altro particolare.
Lasciavo il finestrino regolarmente aperto.
Tra l'altro era novembre.

Insomma da lì a poco tempo iniziai a sentire uno strano odore in auto.
Avete presente quando fate la spesa alla Coop
e il taleggio vi cade inavvertitamente sotto il sedile senza che ve ne accorgiate per giorni?
Non so se è capitato a qualcuno di voi, comunque l'odore era quello.

Il primo pensiero - dopo due o tre giorni - fu proprio il suddetto latticino.
Ma guardando sotto i sedili, niente taleggio o simili.
Mi rassegnai e dissi "passerà".

Nel frattempo - mese di dicembre - viaggiavo regolarmente con il finestrino abbassato, per evitare di svenire alla guida.

A niente servirono le parole degli amici.
"Sei sicuro che sia un odore passeggero? Non conviene controllare?"
A niente le prese in giro.
"Fede, hai un cadavere nel bagagliaio?"

Ogni giorno era peggio.
Ma io ormai ero assuefatto.

Le mie amicizie intanto si sfoltivano...
E quando c'era da prendere la macchina - chissàperchè - tutti si offrivano di portarmi.

Epilogo della storia?

Finalmente restituii l'auto alla legittima proprietaria-madre.
Lei ovviamente si allarmò e fece controllare - a mio padre - l'auto.
Con il solo artifizio del suo naso da segugio,
si orientò verso il vano portaoggetti,
puntò la coda, e iniziò a "scavare".

Sorpresa!
Dietro al portaoggetti,
incastrato in una grata
nell'inane tentativo di fuggire,
un TOPO,
inesorabilmente putrefatto,
era immobile nel graticcio di plastica.
Entrato un mese prima dal finestrino aperto "vista fosso".

Ecco un chiaro esempio di come Pigrizia e Spirito di adattamento riescono a sposarsi,
in un connubio micidiale.

Beata fatalità!

mercoledì 22 luglio 2009

L'ecologista pigro

Terrazza estiva, a cena con la mia vecchia cara amica Paola.
Davanti ad una buona Guinness e a delle splendide patatine al forno....
mentre il Sole calante si riflette sugli occhiali omonimi,
si rimembrano le cazzate della gioventù.

Me ne torna in mente una che illustra chiaramente un mio comportamento assolutamente meccanico, frutto del lavoro incontrastato della mia personalità...

Un tempo mi ero fatto la coscienziosa idea che avere la macchina fosse dannoso all'ambiente e mi inducesse, di per se stessa, ad inquinare.
Per cui avevo preso la ferma decisione di non utilizzarla e di lasciarla in garage.
La decisione era talmente ferma che avevo deciso persino - pensate - di lasciar scadere la polizza assicurativa della suddetta autovettura.
Non per pigrizia - sia ben inteso - ma per quella ferma decisione di cui sopra.
Ero sicuro che sarebbe stato uno stimolo ulteriore a non usarla.

Come spesso accade, però, la decisione l'aveva presa solo una parte di me, un gruppo di "io" - chiamiamoli i Verdi della situazione.

Nel frattempo, la mia mente continuava, come di consueto, a vagare in un avvicendarsi di risposte automatiche a stimoli esterni, per cui ben presto mi resi conto che, per mantenere in pace il resto dei miei "io" urlanti, avevo bisogno dell'auto.
D'altronde avevo deciso di non usarla, mica avevo deciso di cambiare tutte le mie abitudini...

Per cui chiesi la macchina a mia madre e inizia a usare quella.
Per settimane.
Qualche mese.

Finchè mi chiese, gentilmente e con tatto, se volevo per caso che me la regalasse...
Non vi dico la furia "io non voglio l'auto! Ho deciso di farcela senza! così non mi aiutate!".

Beato sonno...

martedì 21 luglio 2009

L'evidenza dell'evidente

Progetto di ricerca con l'Istituto Tumori.
Stato avanzato ormai della bozza di progetto.

Il mio entusiasmo sale alle stelle quando mi accorgo che possiamo effettivamente dimostrare, in termini puramente scientifici, l'efficacia della medicina naturale per la prevenzione del cancro.
Potremmo dire anche la cura...ma va detto sempre a bassa voce...

Poi, quando l'entusiasmo scema, un punto di vista del tutto particolare prende forma nella mia mente.
Un punto di vista eretico per la Scienza.

Non è assurdo che ci affanniamo, tra mille difficoltà, per dimostrare l'efficacia di metodi che l'uomo ha sperimentato per millenni?
Non è solo l'ennesima dimostrazione della Superbia Scientifica?

Può essere.
Ma tocca dirlo a bassa voce.
Come al solito.

E nel frattempo sforzarsi
di raccogliere abbastanza evidenze
per dimostrare l'evidente.

domenica 19 luglio 2009

Vento d'Abruzzo

Il vento un tempo mi spaventava.
Quando ero piccolo mi tappavo le orecchie per non sentirlo. Ricordo che guardavo fuori dalla finestra e vedevo i pioppi lungo il fosso che dondolavano pericolosamente... - prima o poi ci sarebbero caduti addosso - pensavo.

Adesso il vento mi emoziona.
Mi piace vedere i nuvoloni carichi di pioggia all'orizzonte,
il frusciare dei rami,
le finestre che sibilano.

Il vento è come se massaggiasse la Terra.
Un massaggio lento, rinfrescante, sottile.
Fa evaporare la tensione e il calore che si accumulano in superficie.
Magari anche la Terra, come noi, ha bisogno di un massaggio ogni tanto.
A volte sottile come un vento, a volte più profondo...come un terremoto.
C'è bisogno di smuovere energie sopite, c'è bisogno di sbloccare energie stagnanti.

Forse era proprio questa necessità di muovere che mi spaventava da piccolo.
Il cambiamento, e lo spaesamento che ne conseguiva.
Ma poi, alla fine, non avendo dato retta al frusciare del vento....
col passare degli anni, è stato necessario qualche terremoto per mettere in evidenza i problemi stagnanti e rimettere in movimento la vita.

Sarà così anche in Abruzzo?

giovedì 16 luglio 2009

A pochi metri da terra

Strada diritta che separa in due la bionda campagna.
Luce che diffond il profumo del tramonto imminente.
Dal finestrino sento gli istanti che passano lenti,
mentre i peli del braccio sventolano
appoggiati al finestrino.

Alla mia destra un uccello, sembra un'anatra.
Culo grosso e testa piccola: si è un'anatra.

Vola.

Oddio, vola.... cerca di volare.
Sembra cadere da un momento all'altro, ma poi si rialza, in un su e giù goffo e ridicolo.
Mi sta simpatica quest'anatra.

Sarà che m'assomiglia un po'...
nel suo volo così approssimativo,
nel suo alzarsi e inciampare,
nel suo rimanere ostinatamente orientata verso l'alto,
anche se continua a volare
a pochi metri da terra.

martedì 14 luglio 2009

Lode all'inviolato

Stasera voglio accompagnare il sonno con le parole di una bella canzone di Battiato:

"...e quanti personaggi inutili ho indossato io
e la mia persona quanti ne ha subiti...."

Se volete ascoltarla: http://www.youtube.com/watch?v=pVhcv1J60XU

Buona notte

Matteo; 21:10-11

lunedì 13 luglio 2009

Polvere d'oro

Il bambino corre lungo il corridoio buio...
in fondo il contorno luminoso di una finestra chiusa,
un rettangolo che diventa ogni passo più grande.

Rimane sospeso
tra polvere d'oro.
Annusa nell'aria,
lo sente, l'odore
del tempo di aprire:
allunga la mano
e n'apre le ante...

La vista si perde,
il cuore si scalda,
le mente si ferma.

Il Sole ora ovunque
discende dall'alto
a spalancar finestre
chiuse dentro sè.

E' un attimo
e poi
il buio ritorna.

Ma l'occhio s'adatta,
riprende la vista,
e polvere d'oro,
sul palmo in attesa,
rimane fremente.

Luca; 1: 76-79

domenica 12 luglio 2009

Con il cuore dentro un vaso

"Similmente quelli che ricevono il seme sulle pietre sono coloro che,
quando ascoltano la parola, subito l'accolgono con gioia,
ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi,
al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della parola,
subito si abbattono."

Un seme senza il terreno sotto i piedi è un seme privo di futuro.
Rimane bloccato nella sua evoluzione: rimane seme.
Una grande pianta in potenza, ma pur sempre un piccolo seme... in realtà.

Grandi idee, grandi progetti...
ne ho la testa piena!
Ma la testa rimane per aria e i piedi?
Irrimediabilmente la seguono.

A meno che inizi ad affondarli nella nuda terra,
nella concretezza degli impegni reali... e realizzabili.

Invece di pensare al grande progetto della cascina da ristrutturare....
è più utile iniziare con un piccolo impegno quotidiano.
Sempre quello. Costante.
E l'elemento terra inizia a prendere spazio,
e, col suo peso, a riportare i piedi giù.

Mettere radici dentro di sè,
dà un senso di sicurezza mai sperimentato.
Sono radici nomadi, che mi seguono in qualsiasi direzione scelga di andare.

Ma che mi fanno vivere quella direzione
a una profondità diversa.

Marco; 4: 16-17

sabato 11 luglio 2009

La luce in garage

33 anni, ragioniere, romano.

Nei garage si mette un passamontagna e stupra donne.

Bravo ragazzo, educato.

Aveva già tentato di violentare una donna, anni fa. Arrestato poi scarcerato.

Impegnato in politica, coordinatore di un circolo del PD.

E' stato incastrato da una videocamera a circuito chiuso.
Dimostrata la sua colpevolezza con il confronto del DNA.
Incastrato dal sangue.

Il sangue: l'unica cosa che lega il ragioniere per bene allo stupratore senza scrupoli.

Di solito si rimane sconvolti da questi episodi di cronaca.
Ci colpiscono nel profondo, perchè sappiamo benissimo che anche dentro di noi ci sono un ragioniere educato e uno stupratore senza scrupoli che convivono....insieme a tanti altri.
Così nel grande, così nel piccolo.

Personalità separate da pareti divisorie della coscienza.
Unite dallo stesso sangue che scorre nelle vene.

Se riusciamo a togliere quelle pareti divisorie, la convivenza diventa impossibile.
La luce che filtra dentro di noi dirada le ombre della nostra parte più buia.
Alla luce della coscienza non è possibile coltivare le ombre del crimine, della perversione, della violenza...

Le pareti stanno in piedi perchè ci sono dei sostegni che le tengono su: giustificazioni.
"l'ho fatto perchè lei mi ha provocato..."
"sono coì perchè mio padre mi picchiava..."
"sono il frutto della società corrotta..."

Ogni giustificazione è una de-responsabilizzazione.
Ogni sforzo per essere cosciente è una presa di responsabilità per le proprie azioni.

Con me presente
i sostegni cadono,
la luce filtra.

Marco; 10, 17-18

giovedì 9 luglio 2009

Il treno che parte di fianco

Secondo la tradizione indiana, l'Atman (anima) passa da un corpo all'altro, da una vita all'altra.
Ad ogni vita ha l'opportunità di imparare qualcosa.
Sempre secondo gli indiani,
quando l'anima riesce a raggiungere l'illuminazione,
ha la possibilità di liberarsi dal ciclo di vite e di sciogliersi in Dio.
Quello sciogliersi che ha descritto così bene il nostro Dante nel canto XXXIII.

Diverse culture parlano di questa migrazione di anima.
E un aspetto, secondo me, interessante è che taluni hanno identificato anche degli stadi di evoluzione prima di arrivare al fatidico "sciogliersi in Dio".
Guarda caso 7 stadi: 3 statici e 4 dinamici.

Il primo passo è riconoscere la propria situazione.
Gettare un occhio sulla propria condizione umana.
Come spesso accade, il primo passo può rivelarsi il più difficile.
Difficile accettare di essere fermi, in uno stadio statico, quando si crede di essere in movimento.
E' un po' come quando, a treno fermo, si muove il treno di fianco...
vien subito da pensare che siamo noi a muoverci : )

Eppur
compiuto il primo passo,
anche se lasso e in salita,
s'apre, tra le nubi, il Sol.

Marco; 12, 22-25

martedì 7 luglio 2009

Riconquistare il profumo dei fiori

Qualche giorno fa, alla luce elettrica della mia scrivania.

Leggo un articolo dell'Internazionale e trovo la dimostrazione scientifica di un pensiero che mi sono fatto da un po' di tempo in qua.
I bambini sono "versioni perfezionate" dei grandi...
alla faccia di tutti quelli che sostengono il contrario!

Il cervello dei bambini è più flessibile e ha la possibilità di assorbire una quantità molto superiore di informazioni dal mondo circostante, di quanto possiamo fare normalmente noi adulti.

La mente adulta, per qualche ragione di efficienza, è selettiva: di cento stimoli ne coglie solo 2 o 3 che ritiene, per esperienza o per educazione, più utili. Il resto lo perde.

Viaggio in macchina da Milano a Crema.

Un adulto: 3 semafori rossi, 4 macchine che sorpassano, suoni indistinti dalla radio...PENSIERI, PENSIERI, PENSIERI, PENSIERI, PENSIERI.....

Un bambino: il sole che scalda la pelle della mano, il riflesso arcobaleno sul braccio del papà, il profumo dei fiori del campo vicino, PENSIERO, il respiro, il ruvido del sedile sulle gambe nude, il suono del violino della canzone che trasmette la radio....

Morale della favola:
il bambino ha una percezione più reale del reale...l'adulto vive costantemente nei suoi pensieri, nelle sue associazioni mentali, puramente casuali.
Questo, com'è facilmente verificabile, rende i bambini più in contatto con le "faccende importanti" della vita, più attenti alla bellezza del mondo e più abili a trovare soluzioni creative ai loro problemi. Insomma, tranne particolari eccezioni, più felici di noi adulti.

Nonostante questo, noi adulti abbiamo ancora qualche chance di tornare come i bambini, di zittire per un po' quel filtro selettivo che fa dire cosa è importante e cosa no....

Zittirlo per riconquistarsi... il profumo dei fiori : )

Luca, 21; 5-6

martedì 30 giugno 2009

Tangenzialmente alla vita

Tangenziale est di Milano
ore 9:00

un'ora e mezza in coda
scortato da tre camion sbuffanti
incalzato da macchine ruggenti
di guidatori fumanti.

Qualche ora dopo, immerso nel verde della pianura,
si chiriva dentro di me un sentimento di rinascita:
possiamo uscire dall'imbottigliamento
possiamo crescere, e aiutare a crescere, in armonia con la natura.

Perchè diventi realtà,
questa bella prospettiva, ha bisogno della mia Presenza,
ovunque e in qualunque momento,
anche in tangenziale....

Fede

giovedì 25 giugno 2009

A Milena

Serata notevole quella di ieri sera.
Una di quelle serate in cui si sente la presenza di "questioni importanti".

Si parla di percorsi alternative per la cura dei tumori,
si provano a percorrere sentieri non battuti della mente,
come esploratori che, cauti, procedono tra la boscaglia,
sfalciando pregiudizi,
evitando pericolosi condizionamenti,
indotti dal Grande Regno della medicina allopatica.

In questo territorio inesplorato,
due menti e due cuori,
provenienti da strade diverse,
si confrontano,
si studiano
e alla fine si stringono la mano.

Che questa unione d'intenti sia benedetta.

domenica 21 giugno 2009

Il verde baby-sitter

Stamattina ho visto i nostri bimbi che prendevano d'assalto un albero.
Un'invasione pacifica, appesi, distesi, dondolanti... ognuno si intratteneva con una parte.

Ho avuto come l'impressione che l'abero li stesse facendo giocare, affidando i suoi rami, con la massima disponibilità di cui sono capaci le piante.
Con estrema fiducia.

Ho visto un albero che cresceva i nostri cuccioli, come fossero suoi.
Ho sentito che la Natura ci permette di crescere nel suo grembo.
Anche se la offendiamo con le peggiori ingiurie.

Ogni colpo inferto ci torna indietro,
ogni carezza donata ci viene restituita.

martedì 16 giugno 2009

Chiacchierando con la spalla sinistra...

L'anima chiama,
ma nessuno l'ascolta?
Diventa corpo.

"Lucia mi fa malissimo la spalla sinistra..."
"Che cos'hai?"
"Mi sento tutti i muscoli tirati!"
"Allora lascia andare..."
"..."
"Non sto dicendo per dire...lascia andare in senso lato"
"..."
"Prova a meditare su cosa può essere"
"ah"

Lucia è una mia cara amica, insegnante di massaggio ayurvedico.
Avrei preferito un "vieni qua che ti sciolgo i muscoli",
ma siccome è brava mi ha lanciato un altro messaggio.

Alla fine ho meditato (o per lo meno ci ho provato)
e qualche immagine interessante è venuta.
Ho provato a lasciar andare la spalla, a lasciarla parlare...
ebbene si, il corpo può parlarci (e ne avrebbe di cose da dirci!)
E di cose interessanti me ne ha dette, in merito al dolore di cui sopra.

Comunque tra le varie, una riflessione interessante che vorrei condividere è stata questa:
il corpo parla per conto di qualcun altro.

Chiamatela anima, chiamatela inconscio o parte profonda o scintilla di infinito...
sta di fatto che percepisco una parte di me ancorata al principio primordiale (e qua coi nomi ci sbizzarriamo)
e questa parte mi fa capire più volte quando le cose nella mia vita non vanno nel verso giusto:
all'inizio è un'intuizione fugace,
poi un disagio sottile,
un malessere inspiegabile,
una tristezza profonda...
finchè cresce, cresce e si fa corpo,
prurito, fastidio, dolorino.... dolore lancinante!

Insomma prestiamo orecchio ai messaggi dell'anima
perchè prima lo facciamo, meglio è : )

lunedì 15 giugno 2009

Divergenza di vedute

Abbaia il cane,
indifferente soffia
brezza serale.

sabato 13 giugno 2009

Chi d'assedio ferisce...

Una volta eravamo rimasti da soli in casa, noi piccoli e mio fratello maggiore,
e lui aveva inventato questo gioco "de paura":
correva da noi mentre giocavamo e ci diceva che stavano entrando in casa gli zingari...

Panico!!!

I giochi volavano...fuggi fuggi... l'angolo più recondito della cameretta era il nascondiglio migliore, dietro un rassicurante muro di cuscini, come scudi erti verso lo straniero, brutto e cattivo.

Il fatto è che io ci credevo veramente,
in fondo lo diceva mio fratello, sei anni più grande,
era "quasi" attendibile come un adulto, no?

Insomma, finchè non lo vedevo spuntare dalla porta della camera, non ero completamente tranquillo. E il bello era che a farlo di nuovo, ci cascavo ancora....

Mi viene questa riflessione.
L'assedio è un meccanismo di difesa assurdo:
per difendermi dal nemico, mi metto in trappola da solo!
Ancora più assurdo per me è pensare che, poichè il vero nemico è dentro di me,
alla fine non faccio altro che chiudermi in cella con il mio peggior nemico.
Me stesso.

Buona notte,
che l'alba possa vedere
solo porte spalancate
nei nostri cuori!

venerdì 12 giugno 2009

Un'occasione per ballare

C'è la storia di quel tale che un giorno si rompe la gamba sinistra.
Per un mese tiene il gesso e cammina con la stampella.
Poi toglie il gesso e, per evitare di appoggiare il piede sinistro, continua a camminare con la stampella....la gamba è ancora fragile e ha paura di romperla di nuovo.
Col passare del tempo si convince che la gamba sinistra è meglio che stia li appesa, non si sa mai, e poi ormai c'ha fatto il callo alla stampella.

Finchè una sera d'estate, incontra una splendida ragazza, ad una festa.
Al suono di una musica gitana lei si avvicina e inizia a parlare.
Le sue parole sono come miele, lo sguardo è fisso sui suoi occhi, uno sguardo fiero, che sembra scrutarlo fin nel fondo dell'anima.
Senonchè ad un certo punto.... lo invita a ballare.

Rimane di ghiaccio: "Scusami, ma... non posso"
"E perchè mai?" risponde lei tanquilla.
"La gamba, non..." balbetta lui "non posso appoggiarla a terra, sai, un incidente..."
"Accidenti mi spiace, e quando è successo?"

"Vent'anni fa..."

"Ah...." sorride "direi che la frattura si è saldata a sufficienza: vieni a ballare allora?"

Abbiamo una stampella da abbandonare;
abbiamo un piede da appoggiare;
ma soprattutto,
un'occasione per ballare! : )

martedì 9 giugno 2009

Il "Grande Saggio"

Mentre ricerca
la Pace Interiore...
mosca sul naso.

lunedì 8 giugno 2009

Farfalliamo?

Ieri sembrava il giorno della farfalla.
Mentre attraverso il cortile di casa in lungo e in largo,
incontro le loro traiettorie, sembra quasi mi vogliano dire
"senti che aria tiepida, guarda che Sole".

Allora mi viene in mente che la farfalla vive pochissimo
e che queste brevi giornate di Sole sono per loro la vita intera...che spettacolo!

Ho deciso quindi di dedicare alla mie care farfalle questa poesia di Tagore:

"La farfalla non conta gli anni ma gli istanti:
per questo il suo breve tempo le basta".

domenica 7 giugno 2009

Alberi al vento

Chi ostacola
il vento che soffia
gli dà voce.

sabato 6 giugno 2009

Il muro di mattonelle

Quando ero piccolo,
e volevo fuggire dalle difficoltà di confrontarmi con la realtà,
mi rinchiudevo in bagno e fantasticavo.

Mi sedevo sul cesso e... dalle mattonelle si apriva un mondo parallelo.
Ogni oggetto che mi trovavo sotto mano diventava qualcosa di meraviglioso:
il tubo di cartone della carta igienica era la cloche di un'astronave, il termosifone un computer sofisticatissimo, il bagnoschiuma o l'anitra wc erano pistole laser...
Sognavo attacchi a sorpresa, guerre lampo contro robot o piani di conquista da costruire sul mio monitor, il muro di mattonelle appunto.

Sono passati anni e adesso mi sembra che i ruoli si siano invertiti.
La realtà parallela mi sono accorto che è quella che vivo ogni momento nella mia mente, è la "realtà quotidiana" con tutte le sue normali assurdità...la via di fuga non è più la fantasia, ma la vita reale.
Sento il mio respiro, sento il mondo che si muove attorno a me....e allora si apre una porta, una porta verso il reale, verso ciò che è.

Solo allora mi rendo conto profondamente che la mia vita passa in mia assenza,
dietro al muro di mattonelle della mia coscienza,
in una realtà parallela alla vita reale.

Buona vita

Federico

venerdì 22 maggio 2009

Passaggio

L'alba già nasce.
Notte, a tenui spicchi,
bacia il giorno.

mercoledì 20 maggio 2009

ConTemp(l)o

Soffio di vento,
vociare di bambini.
unico tempo.

lunedì 18 maggio 2009

Fronde al vento

Come il Sole
tra le fronde al vento,
così coscienza.

domenica 17 maggio 2009

Comprensione a suon di pugni

La Mia creazione ha un senso.
Cerca di comprendere
invece di opporTi.
R.K.

Un tempo, durante una lezione di Aikido, il maestro mi mostrò un aspetto della realtà che, in alcune situazioni, sento ancora risuonare dentro di me.
Di fronte a un attacco, ad un pugno per esempio, la mia reazione meccanica è la difesa attraverso l'opposizione: metto tra me e il pugno una barriera, un braccio, una mano...
Il pugno trova un ostacolo e lo colpisce, creando dolore in me e nella persona che mi ha colpito.

Poi il maestro mi chiese di colpirlo con un pugno.

In un attimo mi trovai a terra, bloccato.

L'energia del pugno è uno sbilanciamento che trova equilibrio nell'opposizione dell'altro.
Se l'opposizione mancasse, il pugno finirebbe dove è naturale che finisca...in terra con tutto il resto del corpo.

Occorre una mano salda che afferrà, una mente aperta che comprende la direzione del pugno e un cuore sereno. In queste condizioni riesco ad evitare di farmi male e di far male alla persona che voleva colpirmi.

Una lezione di grande profondità, ho pensato.... se ricevessi pugni dalla mattina alla sera : )

Poi, col tempo, ho capito che poteva essere applicato sia ai pugni reali, che a quelli "immaginari": tutte le situazioni in cui mi sento minacciato e a cui mi oppongo, creando dolore....immaginario.

Ma visto che la mente non distignue tra dolore reale e dolore immaginario, tanto fa!

Buona comprensione
Federico

venerdì 8 maggio 2009

Non di solo pane 3

Il cibo ha tante funzioni per l’essere umano,

anche al di là della semplice nutrizione finalizzata alla sopravvivenza.

Se dovessimo limitarci a mangiare solo ciò che basta per la sopravvivenza quotidiana…

ci stupiremmo di quanto può essere piccolo il nostro piatto.

 

E tutto quello che avanza rispetto alla sopravvivenza?

Qua ognuno di noi potrebbe dire la sua: abitudine, carenze affettive, gola?

La mia esperienza personale è legata al “trattenimento”.

 

Ogni volta che mi trattengo dal dire la mia opinione,

dentro di me si sviluppa una catena di pensieri associativi che iniziano a girare intorno alla “questione”.

Se la catena si “aggancia”  al piano emotivo, normalmente si sviluppa un’emozione negativa.

Che per varie ragioni non esprimo: sento dentro come una piccola bomba che esplode.

Avete presente la pubblicità del LISTERINE?

 

E i residui dell’esplosione?

Sono simpatiche tossine che girano per il corpo e si ferma qua e là.

Col tempo si accumulano e possono determinare il malfunzionamento di un organo.

 

Ma cosa c’entra il cibo allora?

In quelle situazione di esplosione interna, si può “compensare” il dispiacere trattenuto con una dose di cibo (magari dolce),

nel vano tentativo di riportare un equilibrio.

Si crea così un meccanismo compensativo: trattenimento emotivo – cibo

L’equilibrio cercato al livello psico-emotivo diventa un disequilibrio a livello fisico,

perché continuo a trattenere e continuo a mangiare… a danno del corpo.

 

Come se il nostro essere fosse un lavandino otturato con un rubinetto aperto che scroscia emozioni negative,

le soluzioni dovrebbero essere chiare:

o tiro via l’acqua accumulata con le mani

o sturo il lavandino e la faccio fluire via

 

L’importante è che poi imparo a chiudere il rubinetto : )

 

Buona vita

Federico       

domenica 3 maggio 2009

Crescita e decrescita

Navigando su internet mi rendo conto di quanto stiano crescendo i gruppi di persone che lavorano per costruire stili di vita alternativi.

 

Si riscoprono antiche pratiche per mangiare, prendersi cura della salute, costruire la propria casa, muoversi…

 

Un tema comune è il lasciar andare l’attaccamento alle convenzioni sociali, ai solchi che quotidianamente percorriamo, per far si che la natura ci riveli ciò che è più sensato, più efficace, più sano.

E allora fa strano vedere come il miglior modo per curare una malattia sia lasciare che il corpo la curi da sé.

Senza accanimento, senza forzature… facilitare il corpo nel compito che ha già scritto nei suoi geni, nella ricerca dell’equilibrio che gli è propria.

Facile, sensato, economico, socializzante…l’opposto delle soluzioni “pronte all’uso” che ci vengono continuamente proposte, no?

 

L’esempio più lampante è il digiuno terapeutico: uno scandalo per la società di oggi!

Un metodo di cura che prevede la sospensione del consumo! Ma stiamo scherzando?

E per di più si parla di cibo… la gioia delle nostre madri : )

 

Dopo un primo momento di ragionevole dubbio, si imbocca una strada sterrata, ci si allontana dalla strada asfaltata e trafficata…

I dubbi crescono, ma cresce anche la sorpresa di ciò che si inizia a trovare lungo il percorso…

Finché arrivati su uno spiazzo, si vede la vallata sottostante, fiumane di gente che sta in coda al supermercato globale.

E sopra di noi, il cielo limpido e nuove vette da raggiungere.

 

Decrescere fuori per crescere dentro.

 

Buona vita

 

Federico

 

martedì 28 aprile 2009

Da Pirandello... ad Ale e Franz

“Che fai?” mia moglie mi domandò, vedendomi insolitamente indugiare davanti allo specchio.
Niente,” le risposi ”mi guardo qua, dentro il naso, in questa narice. Premendo, avverto un certo dolorino.”

Mia moglie sorrise e disse:
Credevo ti guardassi da che parte ti pende.”
Mi voltai come un cane a cui qualcuno avesse pestato una coda:
“Mi pende? A me? Il naso?”
E mia moglie placidamente:
Ma sì, caro. Guardatelo bene: ti pende verso destra.”

Avevo ventotto anni e sempre fin allora ritenuto il mio naso, se non proprio bello, almeno molto decente, come insieme tutte le altri parti della mia persona. Per cui m’era stato facile ammettere e sostenere quel che di solito ammettono e sostengono tutti coloro che non hanno avuto la sciagura di sortire un corpo deforme: che cioè sia da sciocchi invanire per le proprie fattezze. La scoperta improvvisa e inattesa di quel difetto perciò mi stizzì come un immeritato castigo.

Vitangelo Moscarda, protagonista del romanzo “Uno, nessuno e centomila” di Pirandello, dalla banale constatazione che il naso che egli crede di avere è diverso da quello che sua moglie gli riconosce, parte per un viaggio dentro e fuori di sé che lo conduce ad una riflessione sull’intera esistenza e alla follia.

Vitangelo si rende conto che gli altri lo vedono in una maniera diversa da come lui stesso crede di essere. Non esiste solo un Vitangelo Moscarda, ma ne esistono tanti quanti sono gli esseri umani con i quali stabilisce anche una minima e fugace relazione.

Non esiste un io autentico e oggettivo. Scoprire di non essere per gli altri quell’Uno che crede di essere per sé accende in lui il desiderio di distruggere queste forme a lui estranee per scoprire il vero sé. Tenta di distruggere le errate convinzioni della gente, a cominciare da quelle della moglie.

Ma Vitangelo si conosce per quello che è? Qual è la sua vera essenza?

Belle riflessioni tratte da una recensione del libro che ho trovato su internet.

 

Non so perché ma ho ricollegato questa sensazione di parcellizzazione dell’io vista da fuori, con una parcellizzazione vista da dentro…

L’io, o meglio i tanti “io” che ci compongono, viaggia da uno stimolo all’altro, in un vortice di continui cambiamenti, a seconda di quello che l’ambiente circostante suggerisce o induce (soprattutto inconsciamente).

 

Si potrebbe dire che una vocina interna reagisca agli stimoli esterni suggerendo delle azioni, o reazioni, scollegate tra loro.

 

Un esempio? La trasmissione di Ale e Franz “Buona la prima”

 

Buona visione : )

 

Federico

lunedì 27 aprile 2009

La vela che si gonfia

"Non c'è mai abbastanza vento
per il marinaio che non sa dove andare"
Seneca

Il vento si alza
perchè richiamato
dalle preghiere del passato.

Il vento si alza
perch'è nel profondo,
anche se spesso lo nascondo.

Il vento ai alza,
cerca direzione:
alzare le vele,
indirizzare il timone.

Buona giornata di cambiamento

Federico

domenica 19 aprile 2009

Malattia e destino

Un modo nuovo di intendere la malattia.

Il corpo visto come specchio dell’anima.

La malattia come manifestazione sincera di un disagio interiore, mi può indicare la strada del ritorno, verso un nuovo equilibrio… illuminante.

 

http://www.macrolibrarsi.it/libri/__malattia-destino.php

 

Buona lettura

 

Federico

venerdì 10 aprile 2009

Non di solo pane 2

Ho riletto un libro interessante e voglio lasciarvi alcune riflessioni.

Il nostro essere ha bisogno di tre tipi di nutrimento:
- cibo
- aria
- impressioni

Se i primi due sono abbastanza scontati e in quache modo già sappiamo come nutrono il corpo e la mente, differente è il terzo nutrimento: le impressioni.

Le impressioni entrano nella nostra mente attraverso i cinque sensi e ci danno la percezione del reale. Credo che ognuno di noi abbia sperimentato la differenza di percezione che abbiamo della realtà a seconda delle situazioni in cui ci troviamo.

Il mare in tempesta percepito da un marinaio tra le onde è diverso dal mare in tempesta percepito dal poeta che sta alla finestra affascinato.
Un fiore dopo un pomeriggio di amore è diverso dallo stesso fiore dopo una litigata furiosa...sempre se riesco a notarlo : )

Il "grado di realtà" che ci permettiamo di far entrare dentro di noi influenza quindi la qualità delle impressioni, e quindi il nutrimento sottile che facciamo entrare dentro di noi.

Se la qualità delle impressioni dipende dalle situazioni casuali, allora la mia visione della reatà è affidata al caso... e con essa la mia vita stessa.
Se al contrario potessi decidere la qualità delle mie impressioni, potrei allora deciere la qualità della mia vita.

Mi piace questo argomento.
Vado avanti a leggerlo e la prossima volta vi porto qualche stimolo in più.

Buona lettura

Federico

giovedì 9 aprile 2009

Buon viaggio Gino!

Oggi alle 16:00, nella cappella della casa di riposo.
Dopo le parole un po' di circostanza del prete, salutiamo Gino con un'aria d'opera delle sue preferite.

Non so che percorso farà la sua anima,
se tornerà al padre,
se tornerà sulla terra in altre forme...
So che Gino mi ha mostrato molto della vita.

Sento i suoi lunghi silenzi di presenza.
Il peso che dava alle parole, quelle poche volte che ci apriva il suo cuore.

Grazie

Buon ascolto

martedì 7 aprile 2009

Non di solo pane

L'impiegato modello ascolta il direttore con aria attenta.
In realtà dentro di lui si muovono pensieri e critiche.
Ma nulla traspare, com'è buona creanza...

Interviene poco, la riunione si prolunga, il direttore è prolisso.
Sembra che riempia i vuoti con parole vuote.
L'impiegato invece riempie i vuoti con pensieri negativi.
Sale l'amaro in bocca.

Alla fine della riunione l'impiegato modello ha bisogno di qualcosa di dolce:
va alla macchinetta e tira giù una bella cioccolata calda.

Arrivato a casa, sente che la giornata è andata, in qualche modo è stata persa.
Ancora quella sensazione di vuoto.
La televisione non basta a colmare.
Apre il frigo..."ecco proviamo con questo".

La bocca arraffa cibo, lo sguardo è spento sul video che parla.

E' ora di andare a dormire.
L'ora peggiore per chi sente di non aver vissuto.
Un libro può bastare a dimenticare?
Forse è meglio un sonnifero.
In fondo domani... è un altro vuoto.

Buona notte

Federico

lunedì 6 aprile 2009

Ai piedi del maestro

"Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta".

Sto leggendo un bel libro che mi ha prestato Elena, si chiama "Malattia e destino".
L'autore dice più o meno così:
la malattia è un segnale di uno squilibrio
lo squilibrio è prima di tutto spirituale
se non colgo il segnale, questo si propaga con sempre maggiore intensità nel corpo
la guarigione è un processo di riequilibrio
attraverso la guarigione mi riconcilio con una parte di me stesso.

Mi ha colpito un passaggio
"Occorre cercare il proprio maestro interiore: ci indicherà la via per la guarigione dell'anima"

La guarigione è a portata di mano.
Le risposte sono solo da riscoprire dentro di noi.
E invece perdo un sacco di tempo nelle preoccupazioni e nelle ansie quotidiane!

Lasciar stare ciò che preoccupa e sedersi a riposare ai piedi del nostro maestro interiore...
Se faccio abbastanza silenzio posso sentirlo sussurrare quello che serve alla mia vita.

Buon ascolto

Federico

domenica 5 aprile 2009

A pesca su Facebook

Sono uscito da Facebook.
Qualche minuto fa.

Sapete cosa mi hanno scritto prima di uscire?
"sei proprio sicuro di voler uscire?"
e poi un elenco di persone che conosco con scritto "a Valentina mancherai molto".
La cosa interessante è che tra gli amici conosciuti c'erano anche contatti a me sconosciuti.
La prima reazione è stata "E questo? adesso rientro e vedo chi è..."

Oggi pomeriggio, mentre metto in ordine in camera, vedo una rivista.
La sfoglio e trovo un articolo sulle esche. In senso metaforico.
Del tipo "la pubblicità utilizza esche per indurre acquisti: per i bambini le esche sono così grossolane, che quasi ci risultano ridicole, ma quelle per adulti...ci caschiamo in pieno e neanche ce ne accorgiamo".
E' proprio qui il valore dell'esca: manco te ne accorgi.

L'articolo poi finiva bene.
Recitava più o meno così.
"Diamo spazio alle cose che contano nella vita - famiglia e amici - a ciò che ci nutre nel profondo"
E nelle acque profonde, si sa, le esche non luccicano più : )

Buona profondità

Federico

venerdì 3 aprile 2009

L'ottica teatrale

A teatro per cambiare le luci in scena si utilizzano le gelatine.
Le gelatine sono sottili fogli di plastica colorata.
A seconda dei colori che mischio insieme e dell'angolazione delle luci posso creare un'atmosfera piuttosto che un'altra.

La mente è così abituata a seguire dei percorsi già prestabiliti che appena esco fuori già mi sembra di essere in un altro mondo.
In realtà mi accorgo che per il resto del tempo sono in un altro mondo. O meglio in altri mondi.

Vivo con una serie di gelatine davanti agli occhi.
A seconda di quello che accade c'è un tecnico luci che ne cambia la combinazione.
Giorno di pioggia? Gelatina triste.
Complimento insapettato? Gelatina orgogliosa.
Il problema è che il tecnico luci si fa condizionare dalle sue stesse gelatine: se mette un'atmosfera triste poi si intristisce... e chi le cambia più le gelatine?

La mente gelatinosa s'impiglia nelle maglie dell'ingranaggio.
Se tolgo il filtro che mi separa dalla realtà: gli occhi abituati a non vedere distolgono presto lo sguardo, per rifugiarsi ancora nei rassicuranti colori plastificati delle mie convinzioni.

Buona visione e buon ascolto
http://www.youtube.com/watch?v=MAN30uMp1f4

Federico

mercoledì 1 aprile 2009

Finestrelle sul mondo reale

Ho appena guardato alcuni filmati molto imbarazzanti che attestano l'idiozia del nostro primo ministro all over the world.

Mi domando: perchè le evidenze non bastano a far cambiare idea all'opinione pubblica?

L'unica risposta che mi balza in testa da qualche tempo è che siamo preda di un'induzione ipnotica molto forte, dovuta ad una massiccia esposizione alla televisione "pubblica".

Una ricerca dell'Università di Washington su un campione di 1800 bambini ha dimostrato una relazione tra sviluppo cognitivo e consumo televisivo ( più tempo passato davanti alla televisione /minore sviluppo cognitivo) in particolare nella matematica e nella lettura ed analisi di brani antologici.

La realtà percepita dopo aver visto una trasmissione piena di spot pubblicitari che dura tre ore non può essere la stessa di quella che abbiamo dopo aver visto per dieci minuti questo video:
clicca qui

Quella sensazione di insoddisfazione e voglia di cambiamento che provo non è la stessa che mi rimane dopo aver guardato una trasmissione di intrattenimento il cui fine è farmi pensare "in fondo, non va poi così male..."

Grazie internet! Finchè esistono queste finestrelle sul mondo reale, possiamo salvarci : )

Buona visione

Federico

domenica 29 marzo 2009

Ciondolo tra le onde

Sala da pranzo, coi piedi ciondoloni sulla panca, il bambino mi guarda con occhi sfuggenti.
Sfuggenti come la sua attenzione alle parole che stiamo indirizzando verso di lui.


"Se non mangi non vieni più qui..."

"non puoi giocare con gli altri bambini...""

"non avrai altro da mangiare oggi pomeriggio..."


La realtà dei fatti è che tornerà ancora, che tra poco andrà a giocare con gli altri e tra un po', a sua richiesta, riceverà anche biscotti a volontà.


Questo bambino ha dei probemi di attenzione, dei problemi di disciplina...


Mi guardo e mi dico "con che coraggio posso pensare a questo? Sono ben cieco a non vedere quanto IO sono ciondolante: quanto oscillo tra il dire e il fare, sfuggente verso i miei stessi impegni. ".


Quel bambino è lo specchio di ciò che accade anche dentro di me.

Ho bisogno di fermezza e serenità, tanto quanto ce n'è bisogno fuori.

Buona vita

Federico

venerdì 27 marzo 2009

Cartina e passante

Stiamo preparando uno spettacolo.
Seduti in cerchio, faccia a faccia, nel salone illuminato, mentre fuori è buio e silenzio.
Parliamo di argomenti importanti, che toccano ognuno di noi da vicino; alcuni fanno venire i brividi.

"Lo sapete che l'industria della carne negli Stati Uniti fa più morti delle guerre?"

"Ho letto su internet che questo farmaco è stato ritirato dal commercio perchè ha causato migliaia di morti"

"Lo sapete che cosa mettono nei wurstel di pollo?...."

"Una ricerca americana dice che l'uso di tecnologia fa regredire alcune funzioni cerebrali"

Mentre il nostro spettacolo cresce, mentre crescono le immagini, le scene divertenti, le suggestioni, i dati a disposizione... cresce anche la consapevolezza che c'è qualcosa di strutturalmente sbagliato nella notra piccola testa di uomini e donne.

Ci stanno propinando l'inverosimile con informazioni errate, induzioni ipnotiche, pressioni sociali... ogni giorno ci "massacrano" con farmaci, chimica, dipendenze... il tutto per andare nella direzione opposta a quella che la Natura ci suggerisce. E tutto questo funziona!

Appena ci prendiamo il tempo per respirare, per ossigenare il cervello e farlo ragionare sulla base di evidenze empiriche e di una sana dose di BUON SENSO, allora risulta chiaro.

Eppure.
Domani, quando per andare a Piacenza avrò bisogno di indicazioni stradali cosa farò?

Cartina e passante oppure Tom Tom?

Buon viaggio

Federico

lunedì 23 marzo 2009

"Federicoooo, smettila di giocare e vieni su!"

Sei del pomeriggio. Campetto da calcio.

Oggi giochiamo una partitella tra amici, ma non c'ho voglia.
Con noi giocherà anche un ex calciatore di serie A.
Mi sembra di essere tornato bambino, quando non volevo giocare perchè mi vergognavo: ero scarso e non facevo mai gol.

Ci scaldiamo con qualche passaggio, ne perdo due su tre. Iniziamo bene.
Mi allaccio bene le scarpette (nuove di pacca...da due anni).
Sono piegato e guardo.
L'erba è fresca, gli alberi sono in fiore e ondeggiano al vento che mi soffia divertito nell'orecchio:
"In fondo è solo un gioco, cosa puoi perdere?"

La partita inizia.

Adesso sono stanco e felice.
Felice di quella stanchezza divertita e goduta. Come quando da bambino mi lasciavo andare al gioco e inseguivo la palla a perdifiato.
Ho tirato fuori una forza che non mi sentivo prima di iniziare, abbiamo riso, urlato versi strani, applaudito (anche ai gol degli altri)... eravamo diventati di colpo un gruppo di ragazzini che giocano nel cortile sotto casa.

In questo primo pomeriggio di primavera, se ascolto bene il vento, mi sembra anche di sentire lontano il grido di mia madre che mi chiama dal balcone...

Mamma, ho fatto anche un gol... sei contenta? : )

Un mio amico dice spesso "la mente mente"
Meglio spegnerla e giocarsi la partita fino in fondo : )

Buona partita

Federico

martedì 17 marzo 2009

la settima stanza

La storia di Edith Stein:

le sette stanze per raggiungere la propria anima
http://www.youtube.com/watch?v=q4fKRKu05PE&NR=1

"non avere paura"
http://www.youtube.com/watch?v=piy-9UUagHw&NR=1

Buona visione

Federico

venerdì 13 marzo 2009

Pharmakon

Si lo ammetto, sono andato su un sito di finanza creativa.
Sapete perchè?
Insegna come investire i propri soldi in periodi di crisi.

Ho scoperto che si posso fare un sacco di soldi, soprattutto in periodi di crisi. Ovviamente questi sono i momenti in cui chi ha liquidità può diventare ancora più ricco (comprare costa meno perchè c'è di ha bisogno di vendere: case, auto, aziende, ecc) e chi ha pochi soldi e molti debiti diventa sempre più povero.
La crisi aumenta la forbice tra ricchi e poveri, insomma.

Sapete in che settore invita ad investire il sito?
Farmaci.

Incuriosito sono andato a fare un giro per il web...

Ho iniziato a vedere chi sono i giganti dell'economia mondiale sulla lista di Forbes:
1. Petrolio
2. Banche
3. Telecomunicazioni
4. Farmaci

Poi ho controllato chi guadagna di più in questo momento di crisi:
1. Petrolio
2. Farmaci

Sempre più incuriosito mi è venuto in mente di capire se in effetti c'è un aumento nel consumo di famraci e ho trovato il rapporto OsMed sul consumo di farmaci in Italia:
Dal 2000 al 2008 una media di aumento del 52% (!!!) per i farmaci gratuiti (quelli pagati con le nostre tasse attraverso il sistema sanitario nazionale).
La spesa farmaceutica annua pro capite è passata da 139,32 € del 1990 a 213 € del 2008 (+53%).

Poi ho trovato una chicca...

Allen Roses - vice presidente di Glaxo Smith Kline (azienda leader nella farmaceutica) uscì nel 2003 con questa frase.
"The vast majority of drugs - more than 90 per cent - only work in 30 or 50 per cent of the people" (fonte Indipendent)

"La stragrande maggioranza dei farmaci - più del 90% - funziona solo con il 30-50% delle persone"

Benissimo: quindi aumenta il consumo di qualcosa che non ha effetti certi su chi la prenda.

Non contento mi sono andato a vedere se per caso c'erano studi sulla pericolosità dei farmaci: ho trovato uno studio dl 2003 sul sistema americano che porta delle cifre incredibili. Il sistema medico sanitario è la principale fonte i morte negli USA e 2,2 milioni di persone hanno avuto reazioni avverse ai farmaci prescritti.

Costosi, dannosi e, per lo più, inefficaci.

Alla fine conviene investire, dico io?

Buona vita

Federico


P.S. Pharmakon in greco vuol dire sia medicamento sia veleno.

giovedì 5 marzo 2009

La melodia del mondo

Sono nel salone, da solo.
Stasera "suono" il pianoforte, mi dico.
Nel senso che mi metto a schiacciare dei tasti più o meno a caso.
Un gran caos, ma a volte sembra quasi che ci sia una melodia sotto, che a tratti venga una partitura nascosta.

Mentre guardo un albero, alle luci dei lampioni, il vento canta nell'orecchio destro.
La melodia del mondo si distingue dal gran caos che l'accompagna di solito.

Chi è che suona il piano in questo caso?

Buona vita

Federico

domenica 1 marzo 2009

L'autista ubriaco

Stasera a cena stavamo parlando di politica e mi è tornato in mente un brano di Battiato
"Povera Patria".

L'ho riascoltato e mi venivano i brividi per la lucidità e la serenità con cui pronuncia quelle parole pesanti contro i nostri governanti.

Una frase che mi ha colpito è quando dice
"me ne vergogno un poco mi fa male,
vedere un uomo come un animale".

Il potere spesso lo percepisco come un'ingiustizia, un privilegio concesso a chi non lo merita.
Eppure è vero che chi usa il potere in maniera disumana ne viene disumanizzato.
L'oppressione opprime anche l'oppressore, diceva Paulo Freire.

Mi risulta difficile, ma per i nostri governanti dovrei provare pietà.
Accettando il potere nella sua forma più disumana perdono ogni giorno l'opportunità grandiosa di rendere la propria vita speciale.
Una volta sgonfiata la rabbia nei loro confronti, occorre però metterli da parte con fermezza, per impedire che facciano danni.

Non posso prendermale con l'autista ubriaco di un pulman, perchè so che non è cosciente di ciò che fa....ma non continuo a fargli guidare indisturbato il pulman carico di gente in mezzo al traffico.

Si accettano proposte su come fare : )

Buona vita

Federico

lunedì 23 febbraio 2009

Radio Cuore

"Vivere è cosa rara al mondo.
La maggior parte della gente esiste e nulla più."
Oscar Wilde

La vita pretende da noi che la tocchiamo nel profondo.
La vita intorno ci chiama a vivere, anche se basterebbe esistere.

La natura ci ha dato un cuore per tenerci in vita: una pompa per il sangue.
Poi ci ha dato anche un cuore per vivere: una ricetrasmittente per le emozioni.

La differenza tra tenersi in vita e vivere è la capacità e la costanza di sintonizzare la nostra personale ricetrasmittente.

Questi giorni mi hanno fatto capire che la costanza è più importante, perchè crea capacità.

Buona vita

Federico

giovedì 19 febbraio 2009

Due tonsille come mongolfiere... tra cielo e terra

"Se i vostri capi vi diranno, 'Vedete, il Regno è nei cieli', allora gli uccelli dei cieli vi precederanno. Se vi diranno, 'È nei mari', allora i pesci vi precederanno. Invece, il Regno è dentro di voi e fuori di voi. Quando vi conoscerete sarete riconosciuti, e comprenderete di essere figli del Padre vivente. Ma se non vi conoscerete, allora vivrete in miseria, e sarete la miseria stessa."
Vangelo secondo Tommaso

Qualche tempo, dopo aver letto un libro di David Maria Turoldo, provai a collegare la preghiera del Padre Nostro ai sette chakra. Esperienza che ben altri prima di me hanno tentato di fare con più o meno successo.
Senza raccontarvi nei particolari ciò che ho scoperto, voglio condividere un punto che mi incuriosiva particolarmente.

Quando recitavo "come in cielo così in terra" mi ritrovavo tra il 5° chakra, quello della gola e il 4° chakra, quello del cuore. Praticamente sul collo.

In questi giorni il mio collo è oggetto di particolari attenzioni: tonsille infiammate da sette giorni.
Mentre parlavo con Soili, durante un trattamento, riflettevamo sulla posizione del collo: tra mente e cuore.... ma anche tra cielo e terra!

Forse il mio corpo mi sta lanciando un messaggio: congruenza, coerenza e armonia.
"Come in cielo così in terra", che l'alto sia come il basso, che il fuori sia come il dentro...in poche parole portare fuori ciò che vivo dentro.

Allora mi accorgo che spesso la mia vita la passo su due binari paralleli: da una parte passano gli eventi e dall'altra passo io e commento ciò che vedo passare, commento interiormente ciò che non mi va di quello che vedo, ma senza partecipare, senza espormi più di tanto.
Espormi vorrebbe dire entrare in contatto ma anche in discussione con la realtà: è più semplice criticare dall'esterno....e avere tacitamente ragione...

Solo che poi le tonsille si gonfiano! : )

Buona guarigione evolutiva

Federico