lunedì 23 febbraio 2009

Radio Cuore

"Vivere è cosa rara al mondo.
La maggior parte della gente esiste e nulla più."
Oscar Wilde

La vita pretende da noi che la tocchiamo nel profondo.
La vita intorno ci chiama a vivere, anche se basterebbe esistere.

La natura ci ha dato un cuore per tenerci in vita: una pompa per il sangue.
Poi ci ha dato anche un cuore per vivere: una ricetrasmittente per le emozioni.

La differenza tra tenersi in vita e vivere è la capacità e la costanza di sintonizzare la nostra personale ricetrasmittente.

Questi giorni mi hanno fatto capire che la costanza è più importante, perchè crea capacità.

Buona vita

Federico

giovedì 19 febbraio 2009

Due tonsille come mongolfiere... tra cielo e terra

"Se i vostri capi vi diranno, 'Vedete, il Regno è nei cieli', allora gli uccelli dei cieli vi precederanno. Se vi diranno, 'È nei mari', allora i pesci vi precederanno. Invece, il Regno è dentro di voi e fuori di voi. Quando vi conoscerete sarete riconosciuti, e comprenderete di essere figli del Padre vivente. Ma se non vi conoscerete, allora vivrete in miseria, e sarete la miseria stessa."
Vangelo secondo Tommaso

Qualche tempo, dopo aver letto un libro di David Maria Turoldo, provai a collegare la preghiera del Padre Nostro ai sette chakra. Esperienza che ben altri prima di me hanno tentato di fare con più o meno successo.
Senza raccontarvi nei particolari ciò che ho scoperto, voglio condividere un punto che mi incuriosiva particolarmente.

Quando recitavo "come in cielo così in terra" mi ritrovavo tra il 5° chakra, quello della gola e il 4° chakra, quello del cuore. Praticamente sul collo.

In questi giorni il mio collo è oggetto di particolari attenzioni: tonsille infiammate da sette giorni.
Mentre parlavo con Soili, durante un trattamento, riflettevamo sulla posizione del collo: tra mente e cuore.... ma anche tra cielo e terra!

Forse il mio corpo mi sta lanciando un messaggio: congruenza, coerenza e armonia.
"Come in cielo così in terra", che l'alto sia come il basso, che il fuori sia come il dentro...in poche parole portare fuori ciò che vivo dentro.

Allora mi accorgo che spesso la mia vita la passo su due binari paralleli: da una parte passano gli eventi e dall'altra passo io e commento ciò che vedo passare, commento interiormente ciò che non mi va di quello che vedo, ma senza partecipare, senza espormi più di tanto.
Espormi vorrebbe dire entrare in contatto ma anche in discussione con la realtà: è più semplice criticare dall'esterno....e avere tacitamente ragione...

Solo che poi le tonsille si gonfiano! : )

Buona guarigione evolutiva

Federico

mercoledì 18 febbraio 2009

Il vivaio

Leggendo il commento di Alberto e Laura mi è venuta alla mente un'immagine che volevo condividere con voi.

Il mio amico Agostino pianta alberi per passione e per urgenza etica.
Per far questo prima prende delle piantine che trova nel bosco, sono piantine fragili, una addossata all'altra, sormontate da piante più grosse che rubano loro la luce e da infestanti che rubano la linfa vitale: in sostanza avrebbero poche possibilità di crescere sane e forti.
Una volta estirpate, le ripianta in un terreno più sgombro, un vivaio, ad una certa distanza l'una dall'altra, con la giusta luce e il giusto spazio per poter crescere.
Quando le piantine sono diventate degli alberelli allora sono pronte per essere ripiantate nel bosco, per ricreare il bosco e riprodursi e dare fiori e frutti e fare crescere la vita anche dove non c'è.

La nostra società è un po' come la pianura padana: spoglia, inquinata e con pochi boschi rimasti.
Nei pochi boschi rimasti sta crescendo ancora la vita, con grande sforzo e con poche speranze di espandersi, intorno infatti si sta costruendo dell'altro, in direzione opposta.
Quello che sta facendo Agostino permette di creare delle condizioni maggiormente favorevoli alla crescita del bosco. Questo comporta però maggiore sforzo di quanto sia necessario in natura: infatti prepara la terra, toglie le erbacce, trasporta le piantine, le cure per un tot di anni e poi le trapianta.

Analogicamente, impegnarsi per mantenere l'umanità nella società comporta una sforzo "naturale", in contrasto con le forze che creano dis-umanità.
Mentre creare luoghi, vivai, dove far crescere liberamente sani e robusti testimoni di umanità comporta uno sforzo maggiore di quello "naturale". La crescita degli individui è sicuramente favorita e più veloce, ma lo sforzo di mantenere quel contesto favorente è maggiore.

La piaura padana ha bisogno di mantenere i suoi boschi, ma anche e soprattutto di creare nuovi vivai per ricreare boschi dove non ci sono più.

A ciascuno il suo compito : )

Buona vita

Federico

sabato 14 febbraio 2009

Il nuovo rinascimento

Rileggendo la filosofia greca di 2500 anni fa ci trovo visioni incredibilmente attuali ed efficaci del reale.

Leggo come erano le scuole pitagorighe
"Le scuole pitagoriche erano comunità che ospitavano sia uomini che donne e basavano il loro operato sulla ricerca della salute fisica e spirituale: erano infatti di tipo medico – filosofiche.
Pitagora teneva due tipi di lezioni: alcune lezioni erano aperte a tutti e fornivano nozioni di base su come stare bene e in armonia con l’universo.
Altre lezioni erano solo per persone selezionate, i cosiddetti “matematici”, erano più difficili e in queste lezioni si parlava dell’anima.
Secondo il suo pensiero la salute è armonia e la malattia è disarmonia con se stessi e con gli altri. Il processo di guarigione, fisico e spirituale, è la ricerca di questa armonia."


Posto di questo genere ne stanno nascendo anche in Italia.
In termini moderni si chiamano ecovillaggi, comunità spirituali, nuclei di nuove umanità...

Sono un modo con cui alcune persone cercano di scampare al processo di barbarie che il progresso ciclicamente porta nella storia dell'umanità.

L'umanità si autorganizza e si prepara al cambiamento.
E in questo momento di crisi si prepara un nuovo rinascimento.

Buona rinascita

Federico

venerdì 13 febbraio 2009

Oggi un albero mi ha insegnato

Oggi un albero mi ha insegnato che nella vita un tronco solo è sufficiente, un tronco solo è necessario, un tronco solido... è meglio.

Oggi un albero mi ha insegnato che nella vita di rami grossi è meglio averne pochi, pochi e ben indirizzati, pochi e che si danno spazzo l'un con l'altro.

Oggi un albero mi ha insegnato che nella vita dai rami grossi possono partire tanti bei rametti, in tante direzioni, le più disparate, se incrociati è meglio così fan fronda, e flessibili (si capisce) che il vento non li spezzi, ma siano loro a seguirlo, quando fa le bizze, per poi tornare a tender verso il Sole.

Oggi un albero mi ha insegnato che nella vita è bello far le foglie per proteggere, i fiori per attirare, i frutti per seminare....ma per questo bisogna aspettare.

Oggi un albero mi ha insegnato tante cose della vita: la più bella?

"Il signore del silenzio è il signore della vita."

Buon silenzio

Federico

mercoledì 11 febbraio 2009

Quando c'avevo la febbre...

In questi giorni di assenza sono stato in malattia.
Febbre alta e tonsille infiammate.
Bella esperienza, era da un po' che non mi ammalavo così bene.

Ho ripensato a quando ero piccolo e avevo la febbre.
Mia madre faceva scattare il piano di emergenza, il programma ormai collaudato delle tre A:

Step 1: Alimentazione
a colazione toast e spremuta,
a pranzo pasta in bianco (con burro e formaggio),
a cena brodino e fettina di carne.
Il menù ovviamente era uguale per tutti i giorni della febbre

Step 2: Ambientazione
Pigiama "quello pesante" (anche d'estate)
Capanna di coperte tipo tenda sudatoria indiana
Luci soffuse
Televisione accesa
La tele era in bianco e nero e dava programmi mitici tipo "La donna bionica" o "L'uomo di Singapore" (quest'ultimo sconosciuto ai più)

Step 3: Attacco
Veniva chiamato il DOTTORE che si presentava come di consueto con due mani ossute e gelate da far spavento: mi auscultava il petto, mi tastava le tonsille e mi palpava la schiena. Poi con fare quasi dispiaciuto sussurrava "non è niente, solo un po' di influenza, gli dia dell'aspirina e se vede che arriva a 38 gli dia pure la tachipirina".
Aspirina e Tachipirina me le figuravo come due sorelle.
Aspirina era quella gentile, si scioglieva in acqua, faceva le bollicine...
Tachipirina era la sorellastra tedesca, interveniva di prepotenza quando l'affare si metteva male.

Morale della favola: passavo dai quattro ai sei giorni a letto. Ne uscivo fiacco, con le ossa rotte ma con una discreta cultura televisiva.

Adesso sono sette anni che non prendo più medicine.
La febbre la faccio sfogare naturalmente: non dura più di due giorni.

All'inizio avevo il panico quando arrivava a 38 e mi veniva in mente sorella Tachipirina...
Ma poi ho visto che se lascio il corpo libero di agire, lui sa già qual'è la cosa migliore da fare: ha già il suo programma standard incorporato. Non ne servono altri artificiali, anzi.
Se lo carico di cibo e medicine rischio di rallentarlo, se non di ostacolarlo.

Ascoltare il corpo è una delle cose più belle che sto imparando su questa Terra.

Buon ascolto : )

Federico

venerdì 6 febbraio 2009

In un mondo di bonsai

Per andare in ufficio passo spesso da un vivaio che espone piante di ogni tipo.
Ci sono molti alberelli in fila, ognuno dentro ad un grande vaso nero.
Apparentemente sono uguali agli altri giovani alberi, ma in realtà manca la terra in cui sviluppare la parte più profonda di loro: le radici.

E questo, col tempo, limita il loro sviluppo.
Se le radici crescono in poco spazio, si intrecciano e marciscono. L'albero smette di gemmare, di fogliare e di fare frutti....alla fine può seccare.

In alternativa lo si può trasformare in un bonsai: si tagliano le radici, si tagliano i rami e il resto si riduce in proporzione. Minori prospettive, piccoli frutti...una continua potatura ai propri sogni di crescita.

A volte mi sento come un albero in un vaso, in cerca della sua stabilità, della possibilità di mettere radici e poter sviluppare i talenti che avevo racchiusi in quel piccolo semino da cui sono nato.

...voglio esser sequoia.

Buona vita

Federico

martedì 3 febbraio 2009

...e il fuoco della vita sotto vi arde

Cimitero di campagna
"Su croci oblique pendio di edera,
leggero sole, profumo e canto d'api.
Felici voi che giacete al riparo
stretti al cuore buono della terra.
Felici voi che, lievi e senza nome,
riposate a casa nel grembo della madre !
Ma ascolta, dal volo delle api e dai bocci
canta per me bramosia di vivere e di esistere,
l'anelito alla luce di un'essenza a lungo estinta
erompe dal profondo dei sogni, alle radici,
macerie di vita, incrostate di nero,
trasmutano e reclamano il presente,
e regalmente la madre terra
si agita in nascite incalzanti.
Soave tesoro di pace nel grembo della tomba
si culla non più greve di un sogno della notte.
Solo un fumo torbido è il sogno della morte,
e il fuoco della vita sotto vi arde."

H. Hesse

Da quando mi sono trasferito in campagna sono cambiate molte abitudini: la stufa è una di queste. L'esperienza di avere una stufa a legna in casa è fantastica e evocativa.

Accendere il fuoco vuol dire portare, sin dal primo mattino, una fiamma di vita all'interno della casa, ua fiamma che lenta divampa portando luce e calore.

Ma tenere quella luce e quel calore vuol dire ricordarsi, durante il giorno, di alimentare il fuoco.

Meccanicamente ci ricordiamo di alimentare il nostro corpo con il cibo, almeno tre volte al giorno (qualcuno anche di più...).
Ma il nostro cuore quante volte lo alimentiamo durante il giorno?

Buona vita : )

Federico

lunedì 2 febbraio 2009

C'è crisi



L'ideogramma cinese per definire la CRISI è quello qua di fianco ed è composto da due termini:

la parte superiore vuol dire PERICOLO

la parte inferiore vuol dire OPPORTUNITA'

Ecco che i cinesi ci insegnano da millenni a scovare le opportunità fin dentro le crisi più nere. Quando il mondo intorno sembra crollare, con le sue certezze e abitudini... ci sentiamo in pericolo, cresce l'ansia collettiva...

è allora che può nascere il sospetto che forse sia meglio così! Che da un crollo del genere può rifiorire il mondo: dalle illusioni che ci avvelenano, dalle moderne idolatrie (denaro, successo, potere) possono crescere nuovi modi di vivere, di relazionarsi, di produrre benessere...

Crisi, dal greco krisis - krino, che vuol dire separare. Rappresenta una rottura col passato, un momeno di cambiamento, un momento in cui si prendono importanti decisioni.

Rompere con gli schemi passati e costruire la propria vita con coscienza.

Ecco una grande opportunità.

Buona crisi...di guarigione : )

Federico