venerdì 22 maggio 2009

Passaggio

L'alba già nasce.
Notte, a tenui spicchi,
bacia il giorno.

mercoledì 20 maggio 2009

ConTemp(l)o

Soffio di vento,
vociare di bambini.
unico tempo.

lunedì 18 maggio 2009

Fronde al vento

Come il Sole
tra le fronde al vento,
così coscienza.

domenica 17 maggio 2009

Comprensione a suon di pugni

La Mia creazione ha un senso.
Cerca di comprendere
invece di opporTi.
R.K.

Un tempo, durante una lezione di Aikido, il maestro mi mostrò un aspetto della realtà che, in alcune situazioni, sento ancora risuonare dentro di me.
Di fronte a un attacco, ad un pugno per esempio, la mia reazione meccanica è la difesa attraverso l'opposizione: metto tra me e il pugno una barriera, un braccio, una mano...
Il pugno trova un ostacolo e lo colpisce, creando dolore in me e nella persona che mi ha colpito.

Poi il maestro mi chiese di colpirlo con un pugno.

In un attimo mi trovai a terra, bloccato.

L'energia del pugno è uno sbilanciamento che trova equilibrio nell'opposizione dell'altro.
Se l'opposizione mancasse, il pugno finirebbe dove è naturale che finisca...in terra con tutto il resto del corpo.

Occorre una mano salda che afferrà, una mente aperta che comprende la direzione del pugno e un cuore sereno. In queste condizioni riesco ad evitare di farmi male e di far male alla persona che voleva colpirmi.

Una lezione di grande profondità, ho pensato.... se ricevessi pugni dalla mattina alla sera : )

Poi, col tempo, ho capito che poteva essere applicato sia ai pugni reali, che a quelli "immaginari": tutte le situazioni in cui mi sento minacciato e a cui mi oppongo, creando dolore....immaginario.

Ma visto che la mente non distignue tra dolore reale e dolore immaginario, tanto fa!

Buona comprensione
Federico

venerdì 8 maggio 2009

Non di solo pane 3

Il cibo ha tante funzioni per l’essere umano,

anche al di là della semplice nutrizione finalizzata alla sopravvivenza.

Se dovessimo limitarci a mangiare solo ciò che basta per la sopravvivenza quotidiana…

ci stupiremmo di quanto può essere piccolo il nostro piatto.

 

E tutto quello che avanza rispetto alla sopravvivenza?

Qua ognuno di noi potrebbe dire la sua: abitudine, carenze affettive, gola?

La mia esperienza personale è legata al “trattenimento”.

 

Ogni volta che mi trattengo dal dire la mia opinione,

dentro di me si sviluppa una catena di pensieri associativi che iniziano a girare intorno alla “questione”.

Se la catena si “aggancia”  al piano emotivo, normalmente si sviluppa un’emozione negativa.

Che per varie ragioni non esprimo: sento dentro come una piccola bomba che esplode.

Avete presente la pubblicità del LISTERINE?

 

E i residui dell’esplosione?

Sono simpatiche tossine che girano per il corpo e si ferma qua e là.

Col tempo si accumulano e possono determinare il malfunzionamento di un organo.

 

Ma cosa c’entra il cibo allora?

In quelle situazione di esplosione interna, si può “compensare” il dispiacere trattenuto con una dose di cibo (magari dolce),

nel vano tentativo di riportare un equilibrio.

Si crea così un meccanismo compensativo: trattenimento emotivo – cibo

L’equilibrio cercato al livello psico-emotivo diventa un disequilibrio a livello fisico,

perché continuo a trattenere e continuo a mangiare… a danno del corpo.

 

Come se il nostro essere fosse un lavandino otturato con un rubinetto aperto che scroscia emozioni negative,

le soluzioni dovrebbero essere chiare:

o tiro via l’acqua accumulata con le mani

o sturo il lavandino e la faccio fluire via

 

L’importante è che poi imparo a chiudere il rubinetto : )

 

Buona vita

Federico       

domenica 3 maggio 2009

Crescita e decrescita

Navigando su internet mi rendo conto di quanto stiano crescendo i gruppi di persone che lavorano per costruire stili di vita alternativi.

 

Si riscoprono antiche pratiche per mangiare, prendersi cura della salute, costruire la propria casa, muoversi…

 

Un tema comune è il lasciar andare l’attaccamento alle convenzioni sociali, ai solchi che quotidianamente percorriamo, per far si che la natura ci riveli ciò che è più sensato, più efficace, più sano.

E allora fa strano vedere come il miglior modo per curare una malattia sia lasciare che il corpo la curi da sé.

Senza accanimento, senza forzature… facilitare il corpo nel compito che ha già scritto nei suoi geni, nella ricerca dell’equilibrio che gli è propria.

Facile, sensato, economico, socializzante…l’opposto delle soluzioni “pronte all’uso” che ci vengono continuamente proposte, no?

 

L’esempio più lampante è il digiuno terapeutico: uno scandalo per la società di oggi!

Un metodo di cura che prevede la sospensione del consumo! Ma stiamo scherzando?

E per di più si parla di cibo… la gioia delle nostre madri : )

 

Dopo un primo momento di ragionevole dubbio, si imbocca una strada sterrata, ci si allontana dalla strada asfaltata e trafficata…

I dubbi crescono, ma cresce anche la sorpresa di ciò che si inizia a trovare lungo il percorso…

Finché arrivati su uno spiazzo, si vede la vallata sottostante, fiumane di gente che sta in coda al supermercato globale.

E sopra di noi, il cielo limpido e nuove vette da raggiungere.

 

Decrescere fuori per crescere dentro.

 

Buona vita

 

Federico