martedì 22 settembre 2009

Il muscolo

Durante la danza,
Shurta ci esorta
a dare costanza:
s'apre una porta.

Tra i preziosi insegnamenti che ci ha donato ieri Shurta, nel corso del seminario di danze sacre, due messaggi brillavano tra tutti: cercate di migliorare costantemente, in ogni occasione, date il meglio di voi, ma senza essere troppo rigidi con voi stessi, ricordate di volervi bene.
E per far questo occorre che vi ricordiate di voi stessi, sempre e dovunque. Altrimenti rimanete preda dei vostri meccanismi, del sonno e della pigrizia...
Ricordate che esistete, ricordate il dono fantastico che è la vostra vita e il motivo per cui siete su questa Terra: crescere, evolvere.
Per ricordarsi di sè è necessario sviluppare un muscolo.
Il muscolo dell'attenzione.
Un'attenzione molto particolare, che si divide tra noi stessi e il mondo che ci circonda.
Normalmente siamo attenti a ciò che accade intorno o, molto spesso, siamo presi nei nostri pensieri. Questo ci identifica con ciò che guardiamo, con ciò che pensiamo.
Non siamo noi stessi, ma siamo i pensieri che pensiamo, la televisione che guardiamo, i discorsi che facciamo...
Altra percezione è essere nel mondo essendo in noi stessi.
Percepire il fuori e il dentro.
Contemporaneamente.
Questo stato apre la porta ad un'altra dimenione del vivere.
Grazie Shurta per avercelo ricordato : )

domenica 20 settembre 2009

Aspettando Mabon

"Oggi ho fatto il cambio di stagione… nell’armadio, nella vita!
Come un vestito troppo stretto ho buttato via la me stessa bambina. Ho riempito scatoloni di lacrime e fallimenti. Ho ripulito i miei cassetti pieni di sogni irrealizzati.
L’odore del passato era duro ad andar via, mi confondeva i sensi tanto da non permettermi di immaginare ciò che avrei potuto essere, mi è entrato nel sangue a ricordarmi ciò che ero, che poi è ciò che sono.
Ho fatto spazio nel mio cuore e in modo simbolico ho voluto tagliare quel laccio di emozioni che mi legava ad oggetti, orsacchiotti, quaderni di scuola come un cordone ombelicale.
Per poter vedere all’orizzonte opportunità, progetti, cambiamenti ho dovuto gettare ogni cosa nel cestino del passato e l’ho fatto con rancore, rabbia mista a delusione e rimpianto… tanta era la determinazione che non riuscivo neanche a piangere!
Io che conservo ogni ricordo sottoforma di oggetto materiale sperando nel ritrovarlo un giorno di associarlo a sensazioni, momenti…
Io che accumulo attimi su ricordi, persone ed emozioni sotto una coltre di polvere fatta dai giorni che scorrono veloci, dalla vita che prosegue imperterrita senza lasciarti il tempo di assimilare suoni, profumi, visioni…
Io che non ho mai messo in ordine i pensieri nella mia mente, io che non amo fare le pulizie di casa così come nella vita non divido il bene dal male e ciò che si dovrebbe fare da ciò che faccio…
Io, oggi, ho fatto il cambio di stagione!"

Navigando in rete ho trovato questo bel racconto di Romina che mi ricorda un buon atteggiamento da tenere col passato.

Da tempo tengo in casa una cassetta piena di ricordi: lettere, oggettini, biglietti di auguri, racconti...
La tengo per trattenere immagini edificanti di me, quasi a comporre un puzzle immaginario con la mia faccia in bella mostra.
Mi sono reso conto che quella cassetta, in realtà, serve a rassicurami sul fatto che esisto, che ho avuto delle relazioni, che ho lasciato una traccia in questo passaggio terreno.
La mia paura nascosta è non lasciar traccia...

Il risultato di questo lavorio di accumulazione è che la cassetta prende polvere in una casa che prende polvere: ristagno al quadrato.
E il ricordo di ieri toglie il respiro all'essere di oggi.

Martedì 22 alle ore 21:18 cade l'equinozio d'autunno.
In questo periodo i Celti festeggiavano Mabon, rigraziando per l'abbondanza dell'estate e preparandosi a decidere cosa estirpare e cosa coltivare per il buio inverno.

Buon cambio di stagione!

sabato 19 settembre 2009

La vita, vista dall'alto, è più piccina

"Spesso, per divertirsi, gli uomini d'equipaggio
Catturano degli albatri, grandi uccelli dei mari,
Che seguono, indolenti compagni di viaggio,
Il vascello che va sopra gli abissi amari.

E li hanno appena posti sul ponte della nave
Che, inetti e vergognosi, questi re dell'azzurro
Pietosamente calano le grandi ali bianche,
Come dei remi inerti, accanto ai loro fianchi.
Com'è goffo e maldestro, l'alato viaggiatore!

Lui, prima così bello, com'è comico e brutto!
Qualcuno, con la pipa, gli solletica il becco,
L'altro, arrancando, mima l'infermo che volava!
Il Poeta assomiglia al principe dei nembi
Che abita la tempesta e ride dell'arciere;
Ma esule sulla terra, al centro degli scherni,
Per le ali di gigante non riesce a camminare."

Grazie a Baudelaire per questa metafora.
Rispecchia lucidamente quello che sto vivendo.

venerdì 18 settembre 2009

dove l'acqua è profonda, limpida e quieta

Stasera, dopo tanto tempo,
mi sono seduto alla tenue luce della candela
e ho chiesto un'indicazione.

"se mi cerchi,
ti farò da guida"

Nel turbinio di pensieri e cose "da fare",
per giorni e giorni,
ho mollato il timone,
la nave ha seguito le correnti accidentali
e si è incagliata di nuovo sul fondo sabbioso delle acque torbide.

E' in queste occasioni che la tempesta diventa amica dei marinai:
la tempesta sbroglia dall'impiccio,
gonfia le vele,
scuote le travi ammuffite.

E ora, su questa nave in mezzo al mare tempestoso,
mi ricordo.
Ricordo che da qualche parte, sotto coperta,
c'è un capitano che sa perfettamente la rotta
per tornare dove l'acqua è profonda, limpida e quieta.