giovedì 24 dicembre 2009

L'umiltà del ramo

A pranzo, mentre mangio la focaccia cipollata di Giacomo,
c'è Vince che si diverte a leggere i proverbi dal calendario di Frate Indovino.
Uno mi colpisce.

"il ramo carico di frutti,
s'inchina a tutti"

Mi manca un po' questa propensione del mettermi al servizio,
e quando la manifesto va spesso a braccetto con la sindrome della bocca larga.

Oggi ho fatto una cosa positiva e non so più a quanti, in modo palese o nascosto, l'ho raccontata.
Mentre parlavo sentivo che piano scendeva l'importanza del gesto:
si sminuiva, di fronte alla voracità della falsa personalità,
che si nutre di attenzione.

E' come stormo di uccelli,
che becchettano i frutti,
fino a rovinarli e farli cadere.

E il ramo, alleggerito dal peso,
si rialza superbo e sterile.

domenica 20 dicembre 2009

La forchetta di due metri

Un tale muore e gli viene data la possibilità di scegliere tra l'inferno e il paradiso.

"va bene, ma prima vorrei vedere di che si tratta"

Arrivato all'inferno entra in una stanzona sfarzosa,
con tavolate ricolme di ogni ben di Dio,
intorno ai tavoli però vede solo persone emaciate e lamentose.

Arrivato in paradiso: stessa scena.
Una stanzona sfarzosa con tavole piene di cibo,
solo che la gente si mostra in salute e allegra.

"scusate, ma prima di scegliere vorrei capire una cosa: perchè le anime sono così diverse se le condizioni che trovano sono le stesse?"

"perchè c'è un particolare che non hai notato, una condizione obbligatoria: per nutrirsi devono usare unicamente delle forchette....lunghe due metri."

"continuo a non capire..."

"all'inferno cercano inutilmente di mangiare ognun con la propria forchetta, ma le braccia sono più corte e i cibi continuano a cadere prima di raggiungere la bocca."

"e in paradiso invece?"

"hanno imparato ad imboccarsi a vicenda"

venerdì 18 dicembre 2009

Duomo, fermata Duomo

Voce metallica.
Metropolitana milanese.

Sguardi pensierosi e cupi,
schivi e fuggitivi,
sfacciati,
ridacchianti,
sdegnosi...

Mi viene in mente Vale
"invece di criticare, prova ad amare le persone che incontri"

Ci provo...
Cacchio è difficile...
GHHHHH
ecco... ecco...un pensiero positivo...
sento che sta arrivando...
"ma che scarpe ha quello lì!"
NU!

Ok, ci riprovo.
Stavolta provo a rilassarmi.
I pensieri critici arrivano a frotte, ma li lascio andare.
E dietro si apre uno spazio, a pensieri insoliti.

Quell'uomo così corrucciato sembra un buon padre di famiglia.
Il ragazzo sfacciato ha lasciato il suo posto ad una signora anziana.
La signora sdegnosa ha in mano dei regali per i nipotini.

Rilassamento attivo?
Sarà, ma mi sento meglio.
Magari ho cambiato faccia anch'io : )

domenica 13 dicembre 2009

Con gli occhi in mano

Luci che si spengono all'improvviso,
una campanella che risuona in lontananza,
poi sempre più vicina alle finestre,
ricolme di trepidanti attese...

Anche quest'anno la magia di S. Lucia è stata ricreata.
Un dono ai nostri bimbi,
quasi un ringraziamento a chi lo ha fatto per noi
quando quegli occhi eccitati erano i nostri.

La bocca contornata di cioccolata calda,
Anita mi guarda sorridente
"io l'ho sentita arrivare in questi giorni!
ho sentito la campanella!"
Beata gioia.

Per un attimo mi balena un dubbio:
è giusto creare l'ennesima illusione?

lunedì 7 dicembre 2009

Gruppo di continuità

Cibo benedetto, cena benedetta.

Radunati - stretti stretti - in una stanza,
calore umano, sorrisi e risate,
stasera abbiamo parlato tanto
e di faccende importanti.

Ne abbiamo parlato bene,
abbiamo "ben-detto" le scelte di questo momento,
di conseguenza abbiamo dato loro energia,
per gli sviluppi futuri.

Lo stare insieme così,
aperti, franchi, benevoli,
è come essere un accumulatore di energia
che sostiene gli sforzi di ciascuno:
quando qualcuno va in black-out o
quando lo sforzo sembra superiore alle possibilità,
allora interviene il gruppo.

Un elettricista lo chiamerebbe "gruppo di continuità"
e il nome non potrebbe essere più azzeccato...

Ti ringrazio Padre per tutti i fratelli e le sorelle
che mi hanno accompagnato e mi accompagneranno
su questa Terra.

sabato 5 dicembre 2009

Il fuoco enciclopedico

Il maestro ricevette la visita di un professore universitario che era andato da lui per interrogarlo sullo Zen.

Il maestro servì il tè.
Colmò la tazza del suo ospite,
e poi continuò a versare.
Il professore guardò traboccare il tè, poi non riuscì più a contenersi.
"E' ricolma. Non ce ne entra più!"


"Come questa tazza" disse il maestro
"tu sei ricolmo delle tue opinioni e congetture.
Come posso spiegarti lo Zen, se prima non vuoti la tua tazza".






Una delle qualità del mio amico Vince è che riesce con poche parole ad inquadrare una situazione.
C'è stato un periodo in cui mi chiama " 'o professò".
E rileggendo questa storiella zen mi ritrovo molto nella parte...

Mi accorgo che chi più SA
fa più fatica ad ESSERE.

Sono cresciuto con la convinzione che la cultura potesse farmi essere migliore.
Migliore degli altri, ovviamente.
La mia scuola di vita è stata l'enciclopedia.
Ma non mi ha mai aiutato a portare a termie i miei fantastici progetti.

Trasformare il sapere in essere è un'operazione alchemica:
ci vuole fuoco e perseveranza.

Per il fuoco posso iniziare bruciando l'enciclopedia, no?

Vita da cani

Sapete, nel luogo dove vivo c'è un cane.
Ce ne sono più di uno, a dire il vero, ma questo è particolare.
Si chiama Scianti (anche se non so come si scrive).

Scianti va pazza per i palloni,
tanto che quando giochiamo a calcio
siamo costretti a rinchiuderla negli spogliatoi...

Ad una prima occhiata sembra un cane completamente stupido.
La potete vedere in giardino,
acquattata in mezzo all'erba,
nascosta dietro ad una colonna del portico,
mimetizzata con un albero,
in punta ostinata fissando la palla sdrucita,
nella vana speranza che qualcuno le tiri un calcio.

Da quando ho iniziato a tirarle la palla
ho notato strane coincidenze:
sempre più spesso mi capita di trovare
il suo pallone feticcio abbandonato lungo il mio cammino.

Apro la porta di casa e me lo trovo davanti,
sto andando a prendere la macchina ed eccolo lì,
vado in cucina e me lo ritrovo di nuovo.

Anche se non la vedo,
Scianti è là da qualche parte,
nascosta nei posti più impensabili,
e pronta a scattare come una molla all'inseguimento del suo trofeo.

Prima non ci facevo caso,
ma oggi mi è sembrato evidente:
quella palla, "abbandonata" nel portico,
mi parlava, sembrava vibrare.

Era carica della vibrante attesa di Scianti,
era carica di speranza, aveva dentro di sè un progetto ben studiato.
Ore e ore di appostamenti, che si sciolgono in un balzo di gioia.

Avessi la metà di quella speranza.
La metà di quella determinazione.
La metà di quella pazienza.

Che vita.... impariamo anche dai cani : )

venerdì 4 dicembre 2009

L'inatteso potere

Scoppia il silenzio,
il suono tace
il cuore si dà pace.

Stasera ho visto il film "Una settimana da Dio".
Film spassoso, con ritmo incalzante.

C'è Jim Carrey che si lamenta di Dio:
la sua vita va a rotoli,
nonostante le sue implorazioni,
Dio non fa bene il suo lavoro.

Allora Dio lo convoca e gli cede simpaticamente il posto,
all inclusive, con una serie di poteri, tra cui il "privilegio" di ricevere tutte le preghiere di questo mondo, che riceve puntualmente via mail: milioni al giorno...

Alla fine stanco di dover rispondere una ad una,
decide di inserire un'opzione: rispondi si a tutti.
Il caos.
Le persone hanno soddisfatte le loro richieste e succedono disastri uno dopo l'altro.

"Erano così tanti, che gli ho solo dato quello che volevano."
"Già... Ma da quando in qua le persone sanno quello che vogliono?"

L'attitudine alla preghiera,
la preparazione al silenzio,
lo spazio sacro che si crea,
lasciano il terreno all'espressione di ciò che voglio.

E quel che voglio è un miracolo.
Il sovvertimento della regola, del limite.
E dietro al limite, c'è l'inatteso potere di superarlo.

"Un miracolo non è un trucchetto. Una madre sola che deve fare due lavori e che trova ancora il tempo di accompagnare il figlio a scuola di calcio, quello sì che è un vero miracolo. Un adolescente che dice di no alla droga e dice sì all'istruzione, questo è un miracolo. Le persone vogliono che faccia tutto io e non si rendono conto che sono loro ad avere il potere. Vuoi vedere un miracolo, figliolo? Sii il tuo miracolo."