domenica 31 gennaio 2010

Nulla avviene per caso

Pasqua 2003
Al termine di una settimana piena di soddisfazioni,
gli occhi aperti su alcuni aspetti peculiari della mia esistenza,
mi arriva un messaggio: "cè una festa a Crema, torni?".
Il vecchio mondo chiama.

Il cuore vorrebbe restare, la testa scalpita per andare,
"troppi cambiamenti richiesti... meglio tornare nella bambagia del vecchio mondo".

Nonostante me lo sconsiglino, decido di prendere la macchina per tornare a casa.

Strada provinciale Paullese, km 69.
Il sonno prende il sopravvento,
le palpebre si arrendono,
le braccia mollano dolcemente la presa.

L'auto attraversa la corsia opposta,
schiva per miracolo un'altra auto
entra nel fosso con un fianco
si ferma a pochi metri da un muretto.

Ambulanza, ospedale, controlli, tutto ok.
Torno a dormire dai miei amici,
torno al punto di partenza,
con il cuore in pace e la testa frastornata.

Solo tempo dopo ho capito cosa voleva dire quell'incidente.

L'inconscio è zeppo di messaggi per me.
Messaggi che riguardano la mia vita, da un punto di vista molto elevato.
Me ne parla di notte, mentre sogno,
e se non ascolto,
me ne parla anche di giorno.

Il suo linguaggo è la metafora,
il suo veicolo è il corpo.

In un momento di disattenzione,
prende il sopravvento:
una caduta, una sbandata, una bruciatura...

Di colpo mi riporta in una dimensione in cui nulla avviene per caso.

lunedì 18 gennaio 2010

E liberaci dal mattone

Vi sarà capitato, almeno una volta nelle vita,
che vi abbiamo offerto una cosa che NON vi piaceva
ma che avete accettato ugualmente.
Così, per "gentilezza".

Oggi a me è successo con un libro:
uno di quei libri da un chilo e due
che stampano le agenzie di statistica,
farcito di tabelle e grafici
e caramellato con elenchi di autori vari.

Neanche se soffrissi di insonnia lo prenderei,
eppure... c'è la gentilezza.
Quale raffinato costume morale!

Lo apprendiamo in tenera età ad opera del magico tridente,
genitori-maestri-preti,
e poi ci si attacca come la carta moschicida.
Fino all'età adulta...

"Grazie, lo leggerò"
con quel sorriso di plastica che neanche Big Jim...
E poi lo infilo direttamente nel bidone della carta.

Ieri una mia cara amica mi ha detto
"bisogna avere il coraggio della verità,
perchè la verità ci rende liberi".

Non solo ci rende liberi, ma anche leggeri!

Niente più oggetti inutili,
niente più conversazioni inutili,
niente più facce di circostanza...
tutta energia sprecata.
Per cosa poi?
Per evitare che mi giudichino male.

"no grazie, tanto non lo leggerei neanche"
che liberazione!
una semplice frase libera dal peso del mattone:
quello di carta stampata
e quello di realtà impostata.

giovedì 14 gennaio 2010

La maggioranza conta, il consenso ascolta

C'è un tema interessante che voglio condividere con voi: la convivenza.
Intesa nelle varie accezioni: una coppia, un gruppo, una comunità, una città, uno Stato...

E quando si parla di convivenza spesso si parla di decisioni da prendere,
ma soprattutto di "come" prenderle.

Dopo anni di scuola e militanza politica
ero profondamente persuaso sulla bellezza delle democrazie moderne,
basate sul metodo della maggioranza.
Recentemtne mi sono imbattuto in esperienze che mi hanno aperto gli occhi su un aspetto
che, a dire il vero, non avevo considerato prima: la maggioranza DIVIDE.

In democrazia ci troviamo spesso di fronte a questa situazione:
la maggioranza mette energia nella scelta vincente,
la minoranza cerca in ogni modo di ostacolarla.

Come un barca con due rematori
che remano in senso opposto:
non fa altro che girare intorno a sè stessa.

Certo, un rematore ha le braccia più forti,
ma la barca continua pur sempre a girare in tondo.
La società è in stallo e le riforme necessarie non decollano.

Su questo argomenti ammetto di aver avuto buoni maestri
che mi hanno insegnato un metodo di convivenza che si usa di rado:
il metodo del consenso.

Il metodo del consenso cerca l'UNIONE,
il consenso di tutti appunto.
Ma per sua natura presuppone uno sforzo, che la maggioranza non richiede:
l'ascolto attivo e la comprensione.
Per questo forse si usa di rado...

Bisogna saper ascoltare le ragioni dell'altro,
senza pregiudizio,
comprenderle, cercando di vedere la scelta dal punto di vista dell'altro.

Allora, e solo allora, si ha la possibilità di arrivare ad una decisione
che trovi il consenso di tutti.

E se la decisione è condivisa da tutti...
quale energia si sprigiona!
Quale gioiosa unità d'intenti!

Il consenso, all'interno della nostra vita,
mette le ali alla speranza di una società più umana
e più vicina allo scopo della nostra presenza su questa Terra.

domenica 10 gennaio 2010

Come un bambino

In giro con mio nipote Matteo.

Entriamo in un piccolo bar affollato,
Matteo sguscia tra le gambe appoggiate al bancone
ed entra nella saletta in fondo.
Lo raggiungo a fatica facendomi spazio.

La scena è:
tutti i tavoli occupati,
un tavolo nel centro,
solo di bambini,
Matteo si siede e si presenta
"Sono Matteo e ho cinque anni".

Io in piedi
forse è meglio andar via
non c'è posto per noi.
Guardo Matteo: è seduto con gli altri bimbi, tranquillo
vabbè dai, magari si libera un posto.

Un coppia si alza,
mi siedo e ordino un succo alla pera e una cioccolata.
Osservo, con una leggera tensione.
I bambini sono un po' freddi con Matteo
sono stupiti della sua presenza
e sembra che non lo vogliano al tavolo.
Forse è meglio se lo faccio stare al tavolo con me.
Guardo Matteo: li osserva, vuole fare amicizia, fa le domande.
ok, magari è solo il primo approccio.

C'è un bambino che lo prende in giro
uno gli ha rubato la sedia,
un'altra lo guarda male.
Lo chiamo e andiamo, sennò poi ci rimane male. Non può essere amico di tutti...
Guardo Matteo: risponde e rilancia, fa le battute, crea alleanze.
Restiamo ancora un po', magari a lui sta bene così...

Dopo pochi minuti si è creata armonia.
I bambini giocano tra loro, Matteo è contento, li chiama per nome.
Siamo fuori, in piazza e stiamo giocando tutti insieme a rincorrerci,
poi facciamo la gara a chi corre più veloce su un piede solo.
Mi sembra di essere tornato bambino...
E non ho più alcun timore
e sento la speranza, l'amore, la gioia...

Come un bambino.
Appunto.