giovedì 3 febbraio 2011

Stitichezza da ascensore

"Io dall'uovo
non mi muovo
se non so che cosa trovo
fuor dell'uscio
del mio guscio..."
Un pulcin così pensò,
e nel guscio si tappò
tanto ben... che soffocò.
G. Rodari



Una volta c'erano i riti di passaggio.

Prendi quattro stracci, vai nel bosco, a contatto con la natura e con le tue paure.
Se ne esci sano e salvo hai superato la prova e sei pronto ad abbracciare un'altra parte della tua vita.

Ho 33 anni e ho paura dell'ascensore.

Faccio una "fatica" incredibile per prenderlo, e la paura è ancora lì.
E' una paura che mi porto dietro da quando ero piccolo.
Son rimasto chiuso in ascensore due volte di seguito.
Poi ho deciso che basta.
E mi sono raccontato che le scale erano meglio.
Tutta salute.

Quello che mi manca evidentemente è la coscienza del passaggio.
Nel senso che quando vado in ascensore guardo ovunque...
fuorchè dentro di me.
Non sono cosciente di ciò che mi accade.
Il mantra è "adesso arriva, adesso arriva...".
Poi arriva puntuale il contrappunto "E se si fermasse adesso?"
La paura è lì, la sento e rimane ben salda.

A ben guardare, la nostra vita è piena di passaggi.
Ad ogni passaggio ci viene chiesto di mollare qualcosa per accogliere qualcos'altro.

Mi sposo e mollo la vecchia vita, le vecchie relazioni, le vecchie modalità di essere coppia,
per abbracciare una sposa per tutta la vita,
un nuovo modo di costruire relazione,
un nuovo orizzonte da guardare insieme.

Son tanti i passaggi nella nostra vita, ma pochi li riusciamo a vivere come un rito.

E un rito per essere tale ha bisogno di un briciolo di coscienza;
altrimenti rischio di non mollare il passato e accumulare,
e se accumulo non riesco ad accogliere il futuro.

Avete presente uno stitico?

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