Sala d'attesa della stazione di Piacenza. Ore 18:23
Mentre fuori c'è un via vai di gente e di treni, dentro, al caldo, c'è l'immobilità apparente.
Ognuno è chiuso nei suoi pensieri, lo sguardo sfuggente a qualsiasi incrocio. Se si potesse alzare il volume dei pensieri sarebbe un mercato di soliloqui.
Mi avvicino alla porta a vetri: nel gioco di luci e di riflessi, vedo la sala d'attesa proiettata all'esterno, sui binari.
Per assurdo questa "illusione ottica" ci prende in pieno.
La vita è come una sala d'attesa.
Aspettiamo al caldo che arrivi il nostro treno, ma il tabellone è rotto e continua ad annunciare ritardo.
E mentre fuori i treni passano continuamente, noi stiamo lì, in silenzio apparente.
Meglio uscire al freddo.
Buona vita
Federico
Nessun commento:
Posta un commento