Stanno festeggiando il loro 60° anniversario.
“Cara, c’è una cosa che è da tanto tempo che ti vorrei chiedere. Mi ha sempre colpito il fatto che il nostro decimo figlio non assomigli per niente agli altri nove. Voglio rassicurarti che la vita insieme a te è stata un’esperienza stupenda e la tua risposta non potrà in alcun modo modificare questo mio giudizio; ma io debbo sapere, il dubbio mi assilla da molti anni: ha egli un padre differente?”
La moglie china la testa incapace di guardare negli occhi il marito e commossa dal candore del marito, dopo alcuni secondi di pausa, confessa:
“Sì, caro, perdonami. E’ così”.
Il vecchio è profondamente abbattuto, la realtà di quello che la donna ha appena confessato è più forte di quello che si sarebbe aspettato. Con le lacrime agli occhi le chiede:
“Chi? Chi è il padre?”.
Nuovamente l’anziana donna china la testa, non vorrebbe rispondere, non riesce a trovare il coraggio di dire tutta la verità al marito. Ma alla fine, con un filo di voce, esclama:
“Tu…”

Al di là della retorica da oratorio, il pensiero realmente più diffuso è che la menzogna sia più semplice della verità e che eviti i problemi.
Ma è poi così vero?
Se guardo con attenzione alla mia vita, devo ammettere che la mezogna ha portato un sacco di problemi, di confusione, fuori e dentro di me. Si, perchè continuare a mentire agli altri porta a anche a mentire a se stessi, e viceversa.
Ci ho messo degli anni per districarmi da alcune bugie che mi sono raccontato e alla fine quello che ho ricavato è che dire al verità è più semplice.
Verità è constatazione: ciò che vedo, ciò che sento, ciò che provo. Niente di più, niente di meno.
E' un lavoro duro e costante, questo si, perchè è un lavoro controcorrente: la menzogna è un meccanismo radicato, scatta in automatico.
Ma è anche un lavoro benedetto, perchè aiuta a far emergere il divino che c'è in noi.
Come una bolla d'aria pura
che dal profondo dello stagno
risale l'acqua torbida
e scoppiando
si fonde con il cielo.
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