lunedì 13 febbraio 2012

Dal profondo dello stagno

Ristorante romantico, al tavolino, isolati, una coppia di anziani si tiene la mano.
Stanno festeggiando il loro 60° anniversario.

Dopo aver versato l'ultimo bicchiere di vino per il brindisi finale, il marito le chiede:
“Cara, c’è una cosa che è da tanto tempo che ti vorrei chiedere. Mi ha sempre colpito il fatto che il nostro decimo figlio non assomigli per niente agli altri nove. Voglio rassicurarti che la vita insieme a te è stata un’esperienza stupenda e la tua risposta non potrà in alcun modo modificare questo mio giudizio; ma io debbo sapere, il dubbio mi assilla da molti anni: ha egli un padre differente?”

La moglie china la testa incapace di guardare negli occhi il marito e commossa dal candore del marito, dopo alcuni secondi di pausa, confessa:
“Sì, caro, perdonami. E’ così”.

Il vecchio è profondamente abbattuto, la realtà di quello che la donna ha appena confessato è più forte di quello che si sarebbe aspettato. Con le lacrime agli occhi le chiede:
“Chi? Chi è il padre?”.

Nuovamente l’anziana donna china la testa, non vorrebbe rispondere, non riesce a trovare il coraggio di dire tutta la verità al marito. Ma alla fine, con un filo di voce, esclama:
“Tu…”

Vedo tante coppie intorno a me che hanno costruito le loro relazioni sulla menzogna e sul tradimento. Addirittura, in alcuni casi entrambi sanno tutto, ma preferiscono far finta di non sapere, preferiscono non parlarne per non affrontare la questione, per evitare il conflitto.
Al di là della retorica da oratorio, il pensiero realmente più diffuso è che la menzogna sia più semplice della verità e che eviti i problemi. 
Ma è poi così vero?

Se guardo con attenzione alla mia vita, devo ammettere che la mezogna ha portato un sacco di problemi, di confusione, fuori e dentro di me. Si, perchè continuare a mentire agli altri porta a anche a mentire a se stessi, e viceversa.
Ci ho messo degli anni per districarmi da alcune bugie che mi sono raccontato e alla fine quello che ho ricavato è che dire al verità è più semplice.

Verità è constatazione: ciò che vedo, ciò che sento, ciò che provo. Niente di più, niente di meno.
E' un lavoro duro e costante, questo si, perchè è un lavoro controcorrente: la menzogna è un meccanismo radicato, scatta in automatico.

Ma è anche un lavoro benedetto, perchè aiuta a far emergere il divino che c'è in noi.

Come una bolla d'aria pura
che dal profondo dello stagno
risale l'acqua torbida
e scoppiando
si fonde con il cielo.

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