mercoledì 18 febbraio 2009

Il vivaio

Leggendo il commento di Alberto e Laura mi è venuta alla mente un'immagine che volevo condividere con voi.

Il mio amico Agostino pianta alberi per passione e per urgenza etica.
Per far questo prima prende delle piantine che trova nel bosco, sono piantine fragili, una addossata all'altra, sormontate da piante più grosse che rubano loro la luce e da infestanti che rubano la linfa vitale: in sostanza avrebbero poche possibilità di crescere sane e forti.
Una volta estirpate, le ripianta in un terreno più sgombro, un vivaio, ad una certa distanza l'una dall'altra, con la giusta luce e il giusto spazio per poter crescere.
Quando le piantine sono diventate degli alberelli allora sono pronte per essere ripiantate nel bosco, per ricreare il bosco e riprodursi e dare fiori e frutti e fare crescere la vita anche dove non c'è.

La nostra società è un po' come la pianura padana: spoglia, inquinata e con pochi boschi rimasti.
Nei pochi boschi rimasti sta crescendo ancora la vita, con grande sforzo e con poche speranze di espandersi, intorno infatti si sta costruendo dell'altro, in direzione opposta.
Quello che sta facendo Agostino permette di creare delle condizioni maggiormente favorevoli alla crescita del bosco. Questo comporta però maggiore sforzo di quanto sia necessario in natura: infatti prepara la terra, toglie le erbacce, trasporta le piantine, le cure per un tot di anni e poi le trapianta.

Analogicamente, impegnarsi per mantenere l'umanità nella società comporta una sforzo "naturale", in contrasto con le forze che creano dis-umanità.
Mentre creare luoghi, vivai, dove far crescere liberamente sani e robusti testimoni di umanità comporta uno sforzo maggiore di quello "naturale". La crescita degli individui è sicuramente favorita e più veloce, ma lo sforzo di mantenere quel contesto favorente è maggiore.

La piaura padana ha bisogno di mantenere i suoi boschi, ma anche e soprattutto di creare nuovi vivai per ricreare boschi dove non ci sono più.

A ciascuno il suo compito : )

Buona vita

Federico

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