martedì 18 gennaio 2011

L'opportunità di amare



Il portadocumenti in pelle...
odora di rientri a casa la sera, dopo una giornata di lavoro e un'ora di viaggio in pulman.
Odora di "è arrivato il babbo, tutti a mangiare"
e corse ed abbracci, mettendo i piedi sui piedi,
per camminare insieme verso la tavola apparecchiata.

Il portadocumenti ha la pelle logora, da anni di documenti,
e metri di scrivanie e chili di responsabilità.

Col tempo non l'ho più notato; col passare degli anni, è diventato opaco.
E il gigante che lo appoggiava sul tavolo del salotto,
con gli anni, mentre io crescevo, si rimpiccioliva.

Fin quasi a perdere peso, sostanza, dignità...
Col tempo il gigante ha mostrato le sue fatiche, le sue debolezze, le sue ombre.
L'ho visto sempre più distante.
Oggi, che è diventato ombra del gigante d'un tempo,
oggi che sono io a insegnargli la vita,
solo oggi ritrovo quel portadocumenti,
mentre sistemo le ultime carte lasciate sul tavolo.

Lo apro e trovo questo.

"Caro papà, ho scritto una preghiera per te. Devi portarla sempre in tasca così mi sentirai vicino.
Ti ringrazio Dio di essere al riparo perchè potrei bagnarmi. 
Ti ringrazio Dio per il sole e la luna perchè potrei essere cieco.
Ti ringrazio Dio per mio padre e mia madre perchè potrei essere solo.
Leggila quando sei triste, papà e quando ti manca il coraggio di andare avanti."

Quella distanza che ho sentito per anni l'ho creata io,
mentre per lui sono sempre stato vicino.

Tutto torna, nella ruota della vita,
i ruoli s'invertono...
ma l'opportunità di amare,
quella è sempre la stessa.

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