sabato 8 gennaio 2011

Il Re dei matti (3)

Arrivato al banchetto del bagatto, non trovò niente: se ne era andato.
Rokian iniziò a calciare la polvere, infuriato.
Si sentiva uno stupido, sarebbe tornato a casa e avrebbe distrutto tutto quanto...

Ma nel mentre un rumore, dietro le sue spalle.
Una risata forse.
Si girò ancora più infuriato e risoluto a picchiare chi gli stava facendo quell'affronto.

Un bambino stava seduto su un mattone e rideva a crepapelle.

"Perchè ridi?" gli urlò Rokian
"Ho capito chi sei! Sei quello che chiamano il Re dei matti" disse ridendo "adesso capisco perchè ti chiamano così...guarda come spazzi la polvere!" e continuava a ridere.
"E allora?" rispose brusco
"Se vuoi spazzare via la polvere e la prendi a calci ti sporchi fin sul colletto della camicia..." disse sghignazzando
"Ma tu cosa ne sai della vita? Sei solo un bambino..." mormorò quasi tra sè e sè Rokian, guardandosi le scarpe polverose
"Sai cosa fa la mia mamma? Lei usa la scopa, ma piano, molto piano...per evitare che la polvere si alzi troppo e poi getta una bella secchiata di acqua fresca" sorrise il bambino, accompagnando le sue parole con un gesto clownesco.

"L'acqua..." ripetè Rokian sottovoce "e se fosse stata solo acqua..."
Cosa significherebbe questo? si domandava. Se l'elisir non fosse nè prodigio nè veleno...ma solo acqua...

La prima volta gli aveva rispecchiato i suoi difetti, leggendoli nelle parole degli altri, perchè aveva vergogna a pensarli suoi.
La seconda volta gli aveva rispecchiato le sue virtù e le sue potenzialità, aveva visto il suo destino negli occhi degli altri perchè non aveva il coraggio di vederlo con i suoi, e ne era rimasto affascinato.

Per conoscere sè stesso aveva dovuto conoscere prima il suo popolo, nei suoi difetti e nei suoi pregi.
Conoscendo meglio sè stesso avrebbe conosciuto ancor meglio il suo popolo e sarebbe stato il sovrano che desiderava tanto.

Adesso capiva dove stava sbagliando il Re di Uhr e capiva nel profondo, che se fosse stato lui il Re, avrebbe fatto gli stessi sbagli che per anni aveva tanto criticato.

Non gli interessava più essere Re, adesso ciò che gli interessava più di ogni altra cosa era diventare Re di sè stesso.

Ritonrò al suo villeggio e ripresaa fare il maniscalco, ma la luce nei suoi occhi era cambiata.
Crebbe in saggezza Rokian, crebbe la sua fama tra la gente, che gli voleva bene e lo stimava.
Si parlò tanto di lui che addirittura il Re lo volle conoscere e ne volle fare il suo consigliere reale.

In quegli anni il regno di Uhr crebbe in armonia, pace e ricchezza e quando il Re morì, la folla riunita intorno al palazzo reale invocava un solo nome per la successione.
Un solo grido si sentiva per le strade di Uhr...
Quello di Rokian
Il Re dei matti

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