venerdì 6 novembre 2009

Stato di necessità o necessità di stato?

Nel film di stasera, un vecchio tarmato, di quelli che sanno di caramelle alla menta,
vuole arrivare a tutti i costi in sudamerica e portare la sua casa sulle cascate paradiso.
Ha fatto una promessa alla moglie, prima che morisse.
Così riempie di palloncini areostatici la casa, che si solleva in volo, e raggiunge quasi subito le cascate.
Dopo venti minuti, il film potrebbe finire qui.
Lui si siede sul divano e sospira. Basta.
E adesso? Ora che ha raggiunto la meta?

Non vi sto a raccontar la trama, ma da qua partono una serie di avventure che lo cambieranno profondamente nell'animo e che gli permetteranno di tirar fuori energie nascoste.
E soprattutto lo porteranno da uno stato di apatica tristezza all'amore frizzante per l'avventura.

Nella vita è più interessante raggiungere lo stato che la meta.
Perchè lo stato aiuta a raggiungere la meta, ma il contrario no.

Eppure, che scemi, spesso pensiamo proprio così:
"dopo l'università inizia la vera vita"
"una volta sposato sarò felice"
"un figlio, un figlio si che mi porterà ad uno stato di grazia"
"Dopo la pensione, farò quello che mi pare e... sarò felice"

Sulla tomba scriveremo:
"Morto mentre cercava quello che già aveva"

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