domenica 20 aprile 2008

Il piede in due scarpe

Martedì parto con Valentina, direzione montagna: dove la terra e il cielo sono più vicini... in tutti i sensi.

Camminare in montagna: la fatica e la ricompensa sono tangibili, nel tremore delle gambe stanche e nello spettacolo dei fiori accarezzati dal vento fresco.
Nelle soste ci guardiamo negli occhi, col sorriso alternato dal fiatone, e gli unici due rumori, nell'immenso silenzio dei monti, sono il cuore che batte nel petto e il respiro che soffia sulle labbra.
E' là che mi sento più vicino a me stesso e riconoscente al grande mondo che ho davanti.

Ma la montagna è anche casa col camino acceso e pantofole.
Pigrizia, svogliatezza "Andiamo a camminare?" "No, dai, andiamoci domani che oggi sono stanco".

Viene un momento in cui bisogna decidere. Viene un momento in cui l'intenzione di andare, se ben coltivata, supera la prima barriera della non-voglia.
E allora mi preparo: giubbotto, sciarpa, guanti, pane e acqua. Pronti, via.
Esco di casa e.... ho ancora le pantofole ai piedi.

Non si può avere il piede in due scarpe: pantofole o scarponi?
Tocca scegliere

Buona vita

Federico

2 commenti:

Anonimo ha detto...

... ma se parti martedi, ti prefiguri già tutto ciò che sentirai e che farai??
Sa un po di "intenzione meccanica"... se così si può dire.
Ciao

Fede ha detto...

Quello che ho scritto è l'esperienza che ho vissuto a Dicembre con Vale...però adesso che mi fai riflettere su questo, il rischio potrebbe essere quello di crearmi delle aspettative...e poi "se non è bello come a Dicembre?" :) Grazie