mercoledì 6 febbraio 2008

Io so di non sapere. Molti non sanno neanche questo. (Socrate)

Ignoranza.
Una parola che generalmente viene usata con disprezzo, può segnare l'inizio di una scelta radicale a cui è bene rimanere fedeli: stare nelle cose, in ciò che raccontano, poter dire attraverso di esse ciò che ci pare autentico, saper rinunciare allo splendore della conoscenza alta dei dotti e dei competenti, in nome di una conoscenza che trova proprio nell'ignoranza il suo modo di risplendere.
L'ignoranza che va per la maggiore oggi è quella della conoscenza di sè: non mi conosco e mi accorgo che nemmeno tu ti conosci, e unicamente per via di una certa cosa chiamata "esperienza di crescita".
Ignoriamo, tu e io, che la crescita evolutiva di ogni individuo non avviene semplicemente, automaticamente, magicamente. Va costruita giorno dopo giorno, facendo attenzione a ciò che si è, dando intenzionalità alle parole e ai gesti di ogni attimo della giornata.
I luoghi del miracolo sono sempre collegati a una capacità di attesa, a una forma di attenzione gli uni verso gli altri.
Franca

Nessun commento: