giovedì 28 febbraio 2008

Il cacciatore di nuvole

Il piccolo aveva visto raramente il sole, il cielo sopra la sua cittadina era per lo più nuvoloso.
Spesso aveva sentito dire che nei paesi del Sud la gente prendeva il sole.

Quando sua madre lo vide uscire con gli occhiali scuri e l'ombrello a mo' di bastone "Dove vai conciato così? Sembri il cieco di Sorrento".

"Vado a prendere le nuvole" rispose correndo.


Steso sulla panchina dei giardinetti, le nuvole sopra di lui sono una coperta pesante e umida di pioggia. "Se almeno piovesse se ne andrebbero" pensava.
Una goccia, come una nota sfuggita all'orchestra, cade sulla guancia del piccolo "adesso inizia il bello" sorride. L'orchestra accorda gli strumenti con qualche goccia qua e là...ma poi parte il concerto. Lo scroscio riempie l'aria, le foglie si uniscono al coro, la terra umida fa la batteria, anche gli uccelli si azzittiscono per ascoltare.

Poi, lentamente, si tace e le nuvole grigie con un inchino se ne vanno, lasciando spazio a un manto cadido e leggero. "Servirebbe un po' di vento adesso" sussurrò chiudendo l'ombrello.
L'aria umida e tersa, dopo la doccia rigenerante, si scuote l'acqua di dosso e inizia a suonare la sua melodia: nelle persiane delle finestre, negli spifferi delle porte, sulla punta delle bandiere...le foglie estasiate applaudono e le nuvole...le nuvole bianche raccontano le storie.
Storie di elefanti alati che scacciano mostri cornuti, di serpenti che si allungano e si restringono, di pecore che pascolano pacifiche nel prato azzurro. Il piccolo ride e applaude allo spettacolo continuo delle candide attrici, ma è il colore del cielo dietro le nuvole ad attirarlo. C'è qualcosa di nuovo e inaspettato là dietro.
"Grazie per il concerto e grazie per lo spettacolo, care nuovelette, ma adesso siete libere di andare" grida in piedi sulla panchina, agitando l'ombrello.
Il vento capisce e fa il suo dovere, mentre il piccolo le saluta.

Come alla fine dello spettacolo appare il telo bianco e le luci si accendono, così il grande palcoscenico celeste si apre davanti agli occhi del piccolo, semichiusi per la luce che ne esce.
Il piccolo inforca gli occhiali e si stende sulla panchina umida e calda.

"E' stata dura, ma ce l'abbiamo fatta, eh?" sorride soddisfatto "adesso possiamo goderci il vero spettacolo".

Buona vita

Federico

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